Die Drei Von Der Tankstelle

Wilhelm Thiele

 

Tit.It.:“La sirenetta dell‘ Autostrada”; Scen.: Franz Schulz, Paul Franck; F.: Franz Planer; M.: Viktor Gertler; Scgf.: Otto Hunte; Mu.: Werner Richard Heymann; Liriche: Robert Gilbert; Int.: Lilian Harvey (Lilian Cossmann), Fritz Kampers (Console Cossmann), Willy Fritsch (Willy Helbing), Oskar Karlweis (Kurt), Heinz Rühmann (Hans), Olga Tschechowa (Edith Von Turoff), Kurt Gerron (Dottor Kalmus), Felix Bressart (Ufficiale Giudiziario), Gertrud Wolle (Segretaria); Prod.: Ufa; 35mm. L.: 2728 M. D.: 94’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Dopo un viaggio di tre mesi, gli amici Willy, Hans e Kurt si accorgono di essere al verde. Coi soldi ricavati vendendo un’auto aprono una stazione di servizio. Tra la clientela c’è la figlia di un console, Lilian Cossmann, di cui tutti e tre si innamorano. Lei sceglie Willy, il quale però teme che la ragazza non faccia sul serio. Il console, per aiutare la figlia, mette Willy a capo di una delle sue società. Un giorno Willy firma timoroso un documento: crede si tratti del suo licenziamento, in realtà è un contratto di matrimonio.

La novità del film consisteva nel rigore con cui la trama veniva piegata, in modo quasi paradossale, alle esigenze dell’operetta. L’ufficiale pignora a passo di danza, la villa viene svuotata ballando il tip-tap, l’avvocato sbriga la posta cantando, e ogni oggetto prende vita. Tutto viene musicato: parlare è cantare, il clacson diventa musica. Ciò sta a significare per la Germania la scoperta di un nuovo genere grottesco e lo sviluppo dello stile creato da Lubitsch nel Bergkatze. Ma significa anche qualcosa di più: Die Drei von der Tankstelle per la prima volta non ci dà scene “sonorizzate”, bensì “melodie inscenate”, “musica in immagini”.

Oskar Kalbus, Vom Werden deutscher Filmkunst, vol. II, Altona/ Bahrenfeld 1935

 

Copia proveniente da

Copia Stampata A Partire Da Un Negativo Immagine E Un Negativo Sonoro Conservati Dal Bundesarchiv-Filmarchiv