DER MANDARIN
T. it.: Il mandarino; Scen.: Paul Frank, Fritz Freisler; Int.: Karl Götz (barone von Stroom), Harry Walden, Gretel Ruth, Hilde Radnay, Trude Merly, Cornelia Haszay, Nectar Flondor; Prod.: Sascha Filmindustrie AG 35mm. L.: 1115 m. D.: 61’ a 16 f/s. Col. Virato / Toned.
Scheda Film
Un paio di anni fa, è stata rinvenuta una copia di un film muto in una donazione fatta da un collezionista italoamericano alla George Eastman House. La copia era intitolata Il mandarino e risultò essere un’importante scoperta per la storia del cinema austriaco. Il mandarino era ovviamente il nome di una copia distribuita in Italia, che conteneva parte del lungometraggio austriaco Der Mandarin (1919), diretto da Fritz Freisler e a lungo creduto perduto. Appartenente a un’ondata del cinema austriaco incentrata su storie di ipnosi, devianza sessuale, disturbi da traumi (post-bellici) e pazzia, Der Mandarin narra la storia dell’arrogante barone von Stroom (interpretato dal meraviglioso Karl Götz) che sigla un patto con le forze magiche attraverso la figura di un mandarino. Il successo che il barone riscuote tra le donne determina il suo crollo e lo fa finire in un manicomio di Vienna, dove racconta la sua storia. Fondendo i tratti del racconto pre-espressionista con il tema dell’angoscia maschile post-bellica, Der Mandarin ci offre anche un prezioso ritratto della Vienna di fine anni ’10: cupa, con i suoi vicoli stretti, le architetture Jugendstil e i saloni dell’aristo- crazia già in declino.
Michael Loebenstein – Österreichisches Filmmuseum