DER HEILIGE BERG
T it.: La montagna dell’amore; Scen.: Arnold Fanck; F.: Sepp Allgeier, Arnold Fanck, Hans Schneeberger, Helmar Lerski; Mo.: Arnold Fanck; Scgf.: Leopold Blonder; Int.: Leni Rie- fenstahl (la ballerina Diotima), Luis Trenker (l’amico), Ernst Petersen (Vigo), Frida Richard (la madre), Friedrich Schneider (Colli), Hannes Schneider (guida alpina), Karl Böhm; Prod.: Universum-Film AG (Ufa) 35mm. L.: 3100 m. D.: 83’ a 24 f/s. Col.
Scheda Film
In Der heilige Berg, la Riefenstahl è per certi versi una star. La prima immagine, dopo i titoli, mostra la “montagna sacra”, che si erge imponente in una luce brumosa oltre un lago. L’inizio del film mette a confronto “la donna” e “la montagna”, introducendo una figura quasi mistica in un paesaggio mitico. Il primo piano mostra un’espressione rilassata del volto perfettamente curato della Riefenstahl. Ha gli occhi chiusi, le labbra e le arcate sopraccigliari sembrano linee geometriche, simmetriche. È una fredda, stilizzata icona di bellezza, più vicina alla trasfigurazione che non alla seduzione. È una bellezza che esprime un ideale assolutamente non sensuale, e tutto il film procede oscillando tra la sua insistenza sull’autenticità e un costrutto narrativo dominato da estremi opposti.
Leni Riefenstahl introdusse un elemento nuovo nel Bergfilme e nella vita di Arnold Fanck. Questo elemento era la donna sicura di sé, altrimenti pressoché invisibile nel mondo del regista. A
differenza di Hertha von Walther, che era stata la protagonista del precedente film di Fanck, Berg des Schicksals, la Riefenstahl non si lasciò derubare della sua indipendenza. I suoi personaggi si impongono tra gli uomini, proprio come fece l’attrice, e riesce a stregarne almeno due. La ballerina Diotima di Der heilige Berg fu la prima di queste eroine.
Rainer Rother, Leni Riefenstahl. Der Verführung des Talents, Henschel, 2000