Der Absturz
T. It. Lo Sfacelo; T. Ing.: The Decline; Scen.: Ludwig Wolff; F.: Axel Graatkjaer, Georg Krause; Scgf.: Heinz Beisenherz, Fritz Seyffert; Int.: Asta Nielsen (Kaja Falk, Diva Dell’operetta), Giuseppe Becce, Albert Bozenhard (Frank Lorris, Suo Marito), Ivan Bulatov (Conte Lamotte), Gregori Chmara (Peter Karsten, Pescatore), Adele Sandrock (Sua Madre), Charlotte Schultz (Heinrike Thomsen, La Ragazza Del Pescatore), Hans Wailmann (Visitatore), Ida Wogau (Domestica Di Kaja), Arthur Kistenmacher; Prod.: Asta Nielsen Art-Film Gmbh; Pri. Pro.: 17 Maggio 1923 35mm. L. Or.: 2421 M. L.: 1928 M. D.: 84′ A 20 F/S.
Scheda Film
“La storia in breve: una cantante ancora bella e in piena forma dice al suo giovane innamorato: ‘No, non possiamo sposarci, sono troppo vecchia per te’. Il giovane innamorato commette un omicidio a causa sua e viene rinchiuso in prigione per dieci anni. ‘Ti aspetterò’, gli dice, e per dieci lunghi anni il giovane nella cella sogna la sua amata, immaginandola splendida e raggiante come quando si erano conosciuti. Ma durante quei dieci anni la donna invecchia e imbruttisce. In più, come fanno gli artisti più fanatici, Asta Nielsen arriva agli estremi e diventa ripugnante. La malattia e la sventura la trascinano nell’abisso della depravazione. (Che meravigliosa interpretazione della Nielsen! Con quale furia questa donna mette il sale sulle proprie ferite!) Arriva il grande giorno. La vecchia donna trasandata con il volto devastato è davanti al cancello della prigione dal quale uscirà il giovane. All’improvviso appare. È convinto che la sua amata lo stia aspettando. Si guarda intorno. Cammina lentamente guardando tutti in viso. Vede una vecchia donna trasandata che si appoggia ad un albero e purtroppo non si ferma. La sua amata non lo ha aspettato. A questo punto vediamo più di un centinaio di metri di primi piani del volto della Nielsen! Un bagliore di speranza, un brivido di terrore, gli occhi che chiedono aiuto e poi lacrime, visibili, reali, che corrono lungo le sue guance scarne, che improvvisamente, davanti ai nostri occhi, appassiscono, come quando muore un’anima, proprio lì, sul viso di Asta Nielsen. E il pubblico, durante questa sequenza di primi piani, si sente come un chirurgo che tiene in mano un cuore pulsante e conta gli ultimi battiti”.
Béla Balazs, Schriften zum Film, Band 1: “Der sichtbare Mensch. Kritiken und Aufsatze 1922-1926”, Suhrkamp, Munchen, 1982