ČOVJEK BEZ LICA

Bahrudin Bato Čengić

Scen.: Bato Čengić. F.: Đorđe Jolić. M.: Manja Fuks. Mus.: Kiril Makedonski. Prod.: Nikola Durdević per Sutjeska Film. 35mm. D.: 18’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Esplorando il mondo interiore dei detenuti, Bahrudin Bato Čengić pone su un livello esistenziale le questioni del crimine, del castigo, della famiglia e della responsabilità. Il film ritrae la vita all’interno di un carcere avvalendosi di immagini e suoni: rumore di passi e tintinnio di metalli, colonna sonora minimalista e voce fuori campo extradiegetica compongono il paesaggio sonoro, mentre una macchina da presa in carrellata scruta il linguaggio del corpo concentrandosi su nuche, teste, piedi, figure in movimento e oggetti. Il narratore fa domande e richieste, ammonisce i prigionieri. Se Osmanli si limitava ad accennarlo, Čengić trasforma la voce della coscienza in un personaggio. Non solo: Čengić – più che tendere a una critica sociale del sistema carcerario – è interessato allo studio ben più complesso della prigione interiore in cui l’uomo si rinchiude commettendo il crimine, e della spersonalizzazione che ne consegue. Di qui la cancellazione del volto umano, efficace idea visiva del film. Čovjek bez lica annuncia lo stile personalissimo del regista, rivelandosi uno dei più grandi cortometraggi della storia del cinema.

Mina Radović

Copia proveniente da

per concessione di Filmski Centar Sarajevo