COME FU CHE L’INGORDIGIA ROVINÒ IL NATALE A CRETINETTI
Int.: André Deed (Cretinetti), Emilio Ghione (Mefistofele); Prod.: Ita Museo Nazionale Del Cinema, Lobster Films; Film 35mm. L.: 237 M. D.: 13′ A 16 F/S
Scheda Film
Nel film Ghione interpreta la parte del diavolo, a tutt’oggi la sua più antica prova attoriale superstite. Il film, conservato presso il Museo del Cinema di Torino, si presenta nella sua versione integrale con didascalie francesi e fa parte di una serie di film natalizi diretti dal comico. La storia è semplice e tutta incentrata su un incubo di Cretinetti causato dall’indigestione di dolciumi. Le ambientazioni oniriche danno l’opportunità alla produzione di sfoggiare scenografie accurate, oltre a un discreto numero di comparse. I costumi rispecchiano l’iconologia tradizionale e mettono in scena associazioni stridenti tra sacro e profano: si va da Babbo Natale (abbigliato così come lo conosciamo oggi) a san Pietro con tanto di chiavi del Paradiso, al Padreterno (con nimbo triangolare sul capo). Ghione appare in poche ma decisive scene; il trucco mette in evidenza il volto incavato e i grandi occhi, il costume ricorda l’iconografia di Mefistofele dal Faust di Goethe, poi divulgato dal melodramma Mefistofele (1875) di Arrigo Boito, come testimonia una fotografia datata 1906 che ritrae il baritono Antonio Magini Coletti in abiti di scena molto simili a quelli indossati da Ghione. (…) È una delle poche interpretazioni comiche della carriera di Ghione, e anche in questo caso la parte, nonostante il registro leggero, è adattata alla sua maschera inquietante.
Denis Lotti