CŒUR DE LILAS

Anatole Litvak

Sog.: dalla pièce omonima (1921) di Charles-Henry Hirsch e Tristan Bernard. Scen.: Dorothy Farnum, Anatole Litvak, Serge Véber. F.: Curt Courant. Scgf.: Serge Piménoff. Mus.: Maurice Yvain. Int.: Marcelle Romée (Lilas), André Luguet (André Lucot), Jean Gabin (Martousse), Madeleine Guitty (Madame Charigoul), Carlotta Conti (Madame Novion), Marcel Delaître (Jean Darny), Lydie Villars (La Crevette), Fréhel (La Douleur), Paulette Fordyce (Madame Darny), Fernandel (testimone di nozze). Prod.: Jean Hulswit per Fifra. 35mm. D.: 90’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Nel film, che esemplifica la straordinaria padronanza cinematografica del primo Litvak, la Lilas del titolo è una prostituta sospettata di omicidio. Un ispettore di polizia in incognito si finge un semplice operaio per raccogliere le prove utili a condannarla, ma finisce per innamorarsene. La transizione dalla raggiante spensieratezza del primo film a storie di crimini e di amori impossibili fu graduale, poiché in questa sua prima produzione completamente francese si canta e si balla ancora. Litvak sottopone i suoi personaggi alle attenzioni di una macchina da presa amorevole e vorticosa (il direttore della fotografia è il tedesco Curt Courant), assaporando le loro gioie volubili. Due ruoli minori furono affidati a Jean Gabin e Fernandel, allora sconosciuti. Quando il film uscì, un anno dopo le riprese, Gabin era una star in ascesa e i produttori misero il suo nome in cima alle locandine. Se lo merita. Cattura l’attenzione non appena entra in scena.
Ad aprire Cœur de lilas è il magnifico crane shot di una parata militare, con la macchina da presa che plana sopra i ponti e sfila accanto ai treni di passaggio. In una sorta di miniatura del mondo, bambini con elmi di carta imitano i soldati. Il movimento e la lunghezza delle inquadrature in questa sequenza di dieci minuti sono sincronizzati con il ritmo della marcia militare e con la melodia d’organetto di un suonatore cieco. Perfino i cavi elettrici che tagliano l’orizzonte caliginoso in linee parallele iniziano a somigliare a pagine di spartito. Segue una lunga scena ambientata nello studio di un giudice, con i personaggi che entrano ed escono, mentre la macchina da presa irrequieta e il montaggio rapido colgono la frenesia che porterà il giudice a condannare l’uomo sbagliato. La parte centrale del film è ambientata in una bettola proletaria, un albergo frequentato da mascalzoni, disoccupati e prostitute, dove le canzoni, l’alcol a buon mercato e il fumo denso saturano l’atmosfera di lussuria. Infine, gli ultimi venti minuti sono occupati dalla fuga degli amanti appena ricongiunti. Una pioggia scrosciante e una scampagnata renoiriana rendono più devastante la rivelazione finale, con l’ispettore che trattiene le lacrime mentre consegna la donna amata alla polizia. Il film torna poi alla parata iniziale per chiudere il cerchio. Questa volta, il fischio di un treno nel grigiore muto della periferia annuncia la fine della giornata. Inizialmente destinato a essere diretto da Maurice de Canonge, il film di Litvak è un miracolo del cinema che antepone l’atmosfera alla storia ed esalta l’impatto emotivo soffermandosi sui minimi dettagli anziché concentrarsi sull’azione.

Ehsan Khoshbakht

Copia proveniente da

Restaurato nel 2023 da Friedrich-Wilhelm-MurnauStiftung presso il laboratorio Studio Hamburg a partire da un duplicato negativo combinato. Con il sostegno di FFE – Förderprogramm Filmerbe (finanziato attraverso BKM, stati federali e FFA)