Cinq cent balles

Melvin Van Peebles

Prod.: France Opéra / Les Films de la Pléiade. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Un ragazzino cerca di recuperare un banconota da 500 franchi finita sotto la grata di un tombino. Ma un operaio arabo se ne accorge, lo picchia e tenta di prendere il suo posto. Il ragazzo non si dà per vinto, lo colpisce violentemente con delle pietre e riesce a scacciarlo. Ma quanto finalmente riesce a raggiungere la banconota, una forte corrente d’acqua la trascina via.

Da giovanissimo ho fatto tre cortometraggi in America ma, preso dallo sconforto più totale nella primavera del 1959 son dovuto partire. A Hollywood erano pronti a offrirmi un lavoro come ballerino di tip tap, ma non era pensabile all’epoca che un ragazzo di origini africane potesse fare qualcosa come una sceneggiatura. Sono andato in Olanda a studiare (astronomia!), lavorando contemporaneamente come attore per sbarcare il lunario. Sono stati quelli della Cinémathèque française – Henri Langlois, Lotte Eisner, Mary Meerson – a incoraggiarmi a venire a Parigi dopo aver visto e amato i miei film. I primi passi parigini sono stati molto duri: ho cantato per strada, mendicato, imparato un francese un po’ pittoresco nelle stazioni di polizia. […] Nel 1960-61 ho incontrato qualcuno che mi ha permesso di fare un cortometraggio: Les Cinq cent balles. È l’avventura di un marmocchio che trova del denaro dentro un tombino di Belleville. Ho scritto la storia, la musica e ho girato il film. Ma ho avuto dei problemi e mi sono trovato in grossi pasticci. Per quattro anni non sono più andato al cinema, tanto mi faceva male al cuore vedere film che, forse, avrei potuto girare altrettanto bene o addirittura meglio.

Melvin Van Peebles, intervistato da Luce Sand, “Jeune Cinéma”, n. 30, 1968

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