Borom Sarret

Ousmane Sembène

T. it.: Il carrettiere. Scen.: Ousmane Sembène. F.: Christian Lacoste. M.: André Gaudier. Int.: Ly Abdoulay (il carrettiere), Albourah (il cavallo). DCP. D.: 22′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Data la grande varietà dei linguaggi africani, io ritengo che noi registi africani dovremmo rendere il nostro messaggio comprensibile a tutti, trovare un linguaggio che viene dalle immagini e dai gesti. Mi spingo anzi a dire che dovremmo guardare al passato e imparare dalla lezione del muto. Contrariamente a ciò che si pensa, in Africa parliamo molto ma parliamo quando è il momento di parlare. C’è anche chi dice che i neri passano tutto il tempo a ballare. Ma abbiamo le nostre ragioni. Non c’è niente di male nella danza, ma non ho mai visto un ingegnere danzare davanti alla sua macchina. Un intero continente, un intero popolo, non passa il tempo a ballare. Tutto ciò significa che il regista africano ha un compito molto importante: deve trovare una propria strada, deve trovare i propri simboli e perfino crearli se necessario. […] Ho allora girato Borom Sarret, il mio primo vero cortometraggio. È la storia di un carrettiere che si improvvisa tassista. In un quartiere residenziale in cui è proibita la circolazione di simili veicoli, un poliziotto lo ferma e gli sequestra il carretto. Privato dell’unica fonte di reddito, il poveretto è costretto a restare a casa e si vede affidare la custodia dei bimbi dalla moglie che gli dice: “Questa sera avremo da mangiare”. Il film ha vinto il premio per l’opera prima al Festival di Tours nel 1963.

Ousmane Sembène

Il restauro di Borom Sarret è stato possibile grazie ai negativi originali forniti dall’INA e conservati ai laboratori Éclair. Il film è stato scansionato in 4K ai laboratori Éclair e restaurato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata. L’immagine è stata stabilizzata e pulita digitalmente, eliminando tutti i segni di usura. Il grading ha permesso di recuperare la ricchezza della fotografia originale. Dopo la digitalizzazione, il suono è stato sottoposto a pulizia digitale e a riduzione del rumore di fondo senza perdere gli elementi dinamici della colonna sonora originale. The World Cinema Foundation intende ringraziare in particolar modo Alain Sembène e la famiglia Sembène per aver facilitato il processo di restauro.

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Restaurato nel 2012 da World Cinema Foundation in collaborazione con INA presso Laboratoires Éclair e Cineteca di Bologna/L'immagine Ritrovata