BERÖRINGEN / THE TOUCH

Ingmar Bergman

T. it.: L’adultera; Sog., Scen: Ingmar Bergman, F.: Sven Nykvist; Mo.: Siv Kanälv-Lundgren; Scgf.: P.A. Lundgren; Co.: Mago (Max Goldstein); Mu.: Jan Johansson (leitmotiv Liksom en herdinna di C.M. Bellman, Alleluia Ave Maria di Wm. Byrd, Victimae Paschali laudes); Su.: Lennart Engholm; Int.: Bibi Andersson (Karin Vergerus), Elliott Gould (David Kovac), Max von Sydow (dr. Andreas Vergerus), Staffan Hallerstam (Anders Vergerus), Maria Nolgård (Maria Vergerus), Barbro Hiort Ornäs (madre morta di Karin), Åke Lindström (dr. Holm), Mimmo Wåhlander (una nurse), Elsa Ebbesen-Thornblad (donna dell’ospedale), Sheila Reid (Sara, sorella di David); Prod: Lars-Owe Carlberg per Cinematograph AB (Svezia), ABC Pictures Corporation (Stati Uniti); Pri. pro.: 14 luglio 1971. 35mm. L.: 3134 m. D.: 114’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Beröringen / The Touch è uno dei film meno noti di Bergman, principalmente perché per molto tempo non è stata disponibile la versione originale bilingue in svedese e in inglese. Fin dalla prima distribuzione del film la versione più diffusa è stata unicamente quella in lingua inglese (trasmessa perfino dalla televisione svedese). A partire da una stampa finale su pellicola 35mm della versione bilingue e grazie a una copia 16mm custodita nell’archivio privato di Bergman, nel 2008 è stato prodotto un nuovo negativo sonoro, rendendo così nuovamente disponibile la versione originale. Il film è ambientato sull’isola di Gotland (poco a sud della Fårö tanto amata da Bergman) con Bibi Andersson nel ruolo della moglie di un medico che poco dopo la morte della madre ha una relazione con un archeologo americano (Elliott Gould), amico di suo marito (Max von Sydow). Con pochi mezzi e un montaggio rigoroso Bergman costruisce un dramma intimo e sommesso sulla solitudine dell’esistenza e la difficoltà di essere sinceri con se stessi, mentre la protagonista Andersson crea il ritratto accurato di una donna alle prese con una crisi di mezza età. L’operatore Sven Nykvist fotografa mirabilmente gli interni poco illuminati e quasi claustrofobici e le smorzate tinte autunnali degli esterni.

Jon Wengstroem

 

Con Beröringen è la prima volta che al cinema racconto una semplice storia d’amore. È una situazione delicata. Sono molto intimidito nel parlarne. Perché tutto ciò che scrivo, deriva da esperienze personali e questo film appartiene molto alla mia vita. Se Beröringen riguardasse l’odio o la violenza, mi sentirei molto più libero per parlarne. Ma l’amore… Non chiedetemi spiegazioni. Si tratta quindi di una storia d’amore fra adulti, scritta da un adulto. Recentemente ci hanno dato fin troppe storie d’amore di giovani. Quanto alla mia eroina (Karin) non sono né pro né contro di lei. Amo Karin, è tutto. Le spiegazioni più semplici sarebbero assurde. I miei film nascono da sogni visionari. E Beröringen provocherà in ogni spettatore un processo emozionale imprevedibile. In questo film, d’altronde, la tensione nasce dal contatto fra uno straniero sradicato (Gould) e un ambiente altoborghese dove la sicurezza e gli agi morali sono scontati da generazioni. Nei dintorni di questa piccola città senza storia della provincia svedese, esistono le tracce di un’altra epoca. L’università invita un giovane archeologo a partecipare agli scavi. Incidentalmente, apprendiamo che i suoi genitori furono dei rifugiati di guerra e che numerosi membri della sua famiglia perirono nelle camere a gas. Sono assai soddisfatto della mia esperienza con Elliott Gould. La sua recitazione possiede una qualità d’imprevisto, una sorta di sentimento del pericolo e dell’eccitazione decisamente appassionanti. Devo dire che, per girare Beröringen, i miei produttori americani mi hanno lasciato una libertà totale.

Ingmar Bergman, Bergman parle de son film, “L’Avant-Scène cinéma”, n. 121, gennaio 1972

Copia proveniente da

Restaurato nel 2009 da un controtipo depositato nel 2006 e da un negativo suono realizzato nel 2008.