Behind The Screen
T. It.: Charlot Macchinista / Charlot Operatore; Sog., Scen.: Charles Chaplin; F.: Roland Totheroh; Mo.: Charles Chaplin; Int.: Charles Chaplin (Assistente Trovarobe), Eric Campbell (Trovarobe), Edna Purviance (Aspirante Attrice), Henry Bergman (Regista Del Kolossal Storico), Lloyd Bacon (Regista Del Film Comico), Albert Austin, John Rand, Leo White (Operaiaddettia Cambiare Le Scene), Frank J. Coleman (Il Produttore), Charlotte Mineau, Leota Bryan (Attrici), Wesley Ruggles, Tom Wood (Attori), James T. Kelley (Operatore); Prod.: Charles Chaplin Per Lone Star Mutual; Pri. Pro.: 13 Novembre 1916 35mm. D.: 30′ A 18 F/S. Bn.
Scheda Film
Alla serie delle sue trasposizioni più fantasiose Charlot macchinista aggiunge due gag particolarmente riuscite. Schiacciato dal peso di una dozzina di sedie pieghevoli, tutte incastrate intorno al suo corpo con le gambe in fuori, Charlot si trasforma in un porcospino; poi diventa un coiffeur quando acconcia un tappeto di pelle d’orso, pettinandolo, spruzzandolo con una lozione tonificante, applicando un delicato massaggio con la punta delle dita, dividendo il pelo con una scriminatura, e infine coprendo il muso con un asciugamano tiepido. Il disgusto chapliniano per chi si rimpinza in modo volgare e per i cibi grossolani emerge nella scena del pranzo, in cui il protagonista siede accanto ad Albert Austin e al suo piatto di cipolle: Charlot usa un mantice per cacciare il vapore, poi si copre la testa con un elmetto e inghiotte il cibo solo aprendo di tanto in tanto e rapidamente la celata; non è tanto delicato, peraltro, da resistere alla tentazione di rubare un boccone della bistecca di Austin, facendolo rapidamente sparire fra due fettine di pane. Il motivo più sorprendente del film è comunque una scena destinata a rimanere la più esplicita rappresentazione dell’omosessualità nel cinema di lingua inglese fino agli anni Cinquanta. Travestitasi con una tuta da operaio e un berretto che le nasconde i capelli, Edna viene sorpresa da Charlot mentre sta suonando la chitarra (in una precedente ripresa si tratta di un’arpa, poi sostituita perché troppo ovviamente femminile) e derisa perché pur essendo un “ragazzo” si dà la cipria. Intanto arriva Bergman, che in un precedente incontro con Charlot si è scucito il fondo dei pantaloni e chiede al “ragazzo” di rammendarglielo; Edna sviene immediatamente e il berretto le scivola dal capo, rivelando la sua chioma; quando rinviene, supplica Charlot di non tradirla e si rimette il berretto. I due si baciano, proprio mentre sopravviene il rozzo e brutale attrezzista (Campbell): “Ehi, ragazzacci!”, esclama Campbell in una didascalia, stuzzicandoli con una danza goffamente effeminata, al termine della quale si volta di scatto e offre il suo grosso deretano, che Charlot prontamente prende a calci.
David Robinson, Chaplin. La vita e l’arte, Marsilio, Venezia, 1987