Night And The City

Jules Dassin

Sog.: dal romanzo di Gerald Kersh; Scen.: Jo Eisinger; F.: Max Greene; Mo.: Nick De Maggio, Sidney Stone; Scgf.: C.P. Norman; Co.: Oleg Cassini, Margaret Furse; Mu.: Franz Waxman, Benjamin Frankel; Su.: Peter Handfors, Roger Heman; Int.: Richard Widmark (Harry Fabian), Gene Tierney (Mary Bristol), Googie Withers (Helen Nosseross), Hugh Marlowe (Adam Dunn), Francis L. Sullivan (Philip Nosseross), Herbert Lom (Kristo), Stanislaus Zbyszko (Gregorius), Mike Mazurki (lo strangolatore), Charles Farrell (Mickey Beer), Ada Reeve (Molly), Ken Richmond (Nikolas); Prod.: Samuel G. Engel per Twentieth Century Fox Productions; Pri. pro.: aprile 1950

 

 

 

 

 

 

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Night and the City, primo film che Dassin abbia girato in Europa, rimane per molti aspetti un’opera americana. Per la sua tonalità, il suo soggetto, il suo stile, la scelta degli interpreti principali (Richard Widmark e Gene Tierney), questo film segna in effetti l’apoteosi della carriera hollywoodiana del suo autore, di cui rappresenta, secondo noi, la più grande riuscita. Ha veramente importanza che Night and the City non corrisponda a quello che Dassin avrebbe voluto fare se fosse riuscito ad affrancarsi da tutte le imposizioni? La Fox lo obbligò a girare un’opera più commerciale di quanto avrebbe desiderato. Ma il regista ha saputo, meglio ancora che nei film precedenti, realizzare l’osmosi ideale fra una finzione di tipo tradizionale e dei temi più personali.
La storia è innanzitutto quella di una città. È poi quella di un ambiente sociale, stavolta ai margini. È infine l’itinerario patetico di un individuo nel seno di questo ambiente sociale. Questa relazione di un destino personale vivifica, trascende il risvolto documentario dell’opera. (…) Più in generale, è un documento sui bassifondi di una metropoli, e qui Dassin eccelle nel dipingere in pochi istanti alcuni ritratti sorprendenti (il fabbricante di documenti falsi, il capo dei mendicanti e tutta la fa una brulicante degli ambienti equivoci), a cogliere l’atmosfera di un luogo, di un quartiere, in modo così penetrante (Soho, i docks dell’East End) evitando una volta di più ogni condiscendenza pauperistica.
Dopo New York e prima di Parigi, è Londra che scopriamo come non era mai stata mostrata al cinema. La fotografia di Max Greene fa emergere la poesia insospettabile di una città improvvisamente ammantata di estraneità (…). Dassin, fedele alla sua tecnica, ha girato in esterni, e si segue Harry Fabian mentre corre, isterico, di bar in bar, di vicolo in vicolo, tentando di mandare a buon fine i suoi progetti chimerici.
Fabien Siclier, Jacques Lévy, Jules Dassin, Edilig, Saint-Amand 1983

La versione britannica di Night and the City ha una musica diversa, soprattutto in apertura, e un montaggio leggermente diverso. Dassin disse che non lo aveva mai autorizzato, anche se in ogni caso non avrebbe avuto quel privilegio. Il montaggio per la versione americana fu al solito più compatto. Le principali differenze tra le due versioni comprendono le colonne sonore (completamente diverse perfino nella musica di sottofondo che si sente in un bar), la scena di apertura tra Richard Widmark e Gene Tierney e l’ordine delle inquadrature nella scena culminante. La scena della lotta tra Mike Mazurki e Stanislaus Zbysko, per esempio, nella versione americana è più lunga e brutale. Nella versione per gli Stati Uniti ci sono dei primi piani di Widmark assenti nelle scene corrispondenti della versione britannica.

 

Copia proveniente da