Youth Runs Wild

Mark Robson

Sog.: John Fante, Herbert Kline, da Are These Our Children?, fotoromanzo pubblicato su “Look”; Scen.: John Fante; Dial.: Ardel Wray; F.: John J. Mescall; Mo.: John Lockert; Scgf.: Albert S. D’Agostino, Carroll Clark; Co.: Edward Stevenson; Eff. Spec.: Vernon L. Walker; Mu.: Paul Sawtell; Su: Frank McWhorter; Int.: Bonita Granville (‘Toddy’ Jones), Kent Smith (Danny Coates), Jean Brooks (Mary Hauser Coates), Glenn Vernon (Frank Hauser), Vanessa Brown (Sarah Taylor), Ben Bard (signor Taylor), Mary Servoss (Cora Hauser), Lawrence Tierney (Larry Duncan), Johnny Walsh (Herb Vigero), Dickie Moore (George Dunlop), Rod Rogers (Rocky), Elizabeth Russell (Mrs. Taylor), Juanita Alvarez (Lucy), Gloria Donovan (Nancy Taylor), Jack Carrington (Bart), Ida Shoemaker (giocatrice di carte), Claire Carleton (tassista); Prod.: Val Lewton per Rko Radio Pictures; Pri. pro.: settembre 1944.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

James Agee scrisse di Youth Runs Wild: “I soliti difetti di Hollywood non sono nemmeno colpa sua: è goffo, prolisso, con atteggiamenti sociali da boy scout (pur prendendo comunque una posizione); il più delle volte i suoi personaggi tendono alla legnosità (ma senza mai diventare sculture di sapone); troppo spesso la fotografia si fa vellutata (ma sempre cercando onestamente di ottenere un’atmosfera autentica, non falsa, e senza mai mirare alla sontuosità). Nei momenti buoni del film – e la sua complessiva inadeguatezza è costantemente illuminata da buoni momenti – si vede praticamente l’unico caso hollywoodiano di scrittura, recitazione e fotografia tutto concentrato su ciò che accade a persone reali e specifiche che si muovono tra oggetti reali e specifici e non sul modo in cui un volto generico può suggerire un’emozione generica sotto una luce generica”. L’entusiasmo di Agee per Youth Runs Wild è apprezzabile. Nel mezzo delle fantasie belliche hollywoodiane sull’eroismo e l’amore, Lewton decise di fare un piccolo film serio sugli effetti della guerra e su come stessero alterando e perfino distruggendo l’ordine sociale degli Stati Uniti. Il suo metodo era semplicissimo: una serie di storie sulla gioventù in tempo di guerra, collegate tra loro e girate con uno stile piatto, neorealistico. L’onestà di un simile tentativo meritava certo elogi ed incoraggiamento. Tuttavia, a parte la sua visione alquanto singolare della vita in tempo di guerra nella provincia americana, Youth Runs Wild è oggi appena guardabile. Lo stesso Lewton disprezzava il film, che fu pesantemente tagliato e rigirato dallo studio di produzione, e chiese (invano) che il suo nome fosse tolto dai titoli. Una delle storie principali – un adolescente maltrattato costretto a uccidere il padre sadico – venne completamente eliminata e fu tagliata la maggior parte dei tocchi più attenti e caratteristici del film. Quel che resta – una serie di situazioni e dialoghi stereotipati palesemente girati in esterni finti – non può essere raccomandato.

Joel E. Siegel, Val Lewton. The Reality of Terror, Secker and Warburg-British Film Institute, London 1972

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