12 DICEMBRE
Sog.: Pier Paolo Pasolini, Giovanni Bonfanti, Goffredo Fofi. F.: Sebastiano Celeste, Roberto Lombardi, Giuseppe Pinori, Enzo Tosi, Nicola Dimitri. M.: Pier Paolo Pasolini (non accreditato), Giovanni Bonfanti, Maurizio Ponzi, Lamberto Mancini. Mus.: Pino Masi. Interventi: Edoardo Di Giovanni, Nazareno Fiorenzano, Marcello Gentile, Augusto Lodovichetti, Rosa Malacarne, Giuseppe Mattina, Aldo Palumbo, Liliano Paolucci, Licia Pinelli, Cornelio Rolandi, Achille Stuani, Pasquale Valitutti, Pier Paolo Pasolini (voce intervistatore). Prod.: Alberto Grimaldi per PEA (non accreditato) · DCP. Bn.
Scheda Film
“È stato il momento in cui, più di tutti, siamo andati vicini alla perdita della democrazia formale in Italia”. Con queste parole Pier Paolo Pasolini si riferiva alla strage del 12 dicembre del 1969, quando l’esplosione di una bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano, in Piazza Fontana, causò la morte di diciassette persone, e alla ‘morte accidentale’ dell’anarchico Giuseppe Pinelli, avvenuta tre giorni più tardi in seguito a una caduta dall’ufficio della questura dove lo stavano interrogando perché sospettato ingiustamente di essere uno dei responsabili della strage. Un collettivo di Lotta Continua volle realizzare un film di denuncia e trovò un inatteso interlocutore in Pasolini, che procurò loro i finanziamenti per produrlo (attraverso la PEA) e addirittura lo ideò e girò con loro, in particolare con il militante Giovanni Bonfanti. In quel periodo, Pasolini era avversato dai gruppi extraparlamentari che non gli avevano perdonato la poesia Il PCI ai giovani!! (1968), dove accusava il movimento studentesco di essere un’emanazione della borghesia. Lo scrittore-regista apprezzava molti aspetti della militanza di Lotta Continua e così, anche sulla base di un progetto iniziale di Goffredo Fofi, pensò ad un film che costituisse una sorta di viaggio politico e antropologico nell’Italia dei primi anni Settanta, incentrato su alcuni episodi emblematici delle trasformazioni che stavano avvenendo nel corpo del paese. Lotta Continua voleva un film più didascalicamente militante ma il progetto si orientò soprattutto nella direzione voluta da Pasolini (che girò personalmente alcune sequenze, a Milano, Musocco, Carrara, Bagnoli, Napoli e Viareggio: sono le uniche sequenze dove ha filmato l’Italia degli anni Settanta), anche se egli dovette accettare alcuni compromessi e la soppressione di varie sequenze. Girato fra il dicembre del 1970 e l’estate del 1971, presentato al festival di Berlino (lo stesso anno in cui I racconti di Canterbury vinse l’Orso d’oro) e distribuito esclusivamente nel circuito culturale dei Circoli Ottobre (parallelo a Lotta Continua), il film presenta molte sequenze notevoli: fra queste, l’intervista alla vedova e alla madre di Pinelli, che rievocano la loro tragedia con estrema lucidità, una scena silenziosa e nebbiosa al cimitero di Musocco, dove all’epoca era sepolto l’anarchico; una serie di riprese impressionanti della rivolta di Reggio Calabria del 1970; una sequenza fra le baracche di Napoli, dove gli abitanti vivevano in condizioni di estrema povertà e infine una ripresa nella casa di una famiglia di immigrati siciliani a Torino. Nei crediti Pasolini non figura come autore, viene soltanto indicato che il film è nato da una sua idea. In realtà, nella registrazione audio, recentemente ritrovata, di un incontro con alcuni studenti avvenuto il 22 giugno del 1972 a casa di Pasolini, lo scrittore-regista afferma: “Stilisticamente assomiglia molto a Comizi d’amore. C’ho lavorato, l’ho montato io, ho scelto io le interviste ma non ho messo la regia, perché gli avvocati che l’hanno visto mi hanno detto che era pericolosissimo, che mi avrebbero messo in prigione. E allora abbiamo trovato una formula per cui il mio nome ci fosse, perché chi voleva capire capisse, ma formalmente non potessero procedere contro di me. Io ho girato circa un sessanta per cento, ma l’ho montato tutto io. Però – e questo è il punto – non ci ho messo la mia ideologia. Da una parte ho messo quella che è la realtà, dall’altra ho fatto dire le loro idee a questi di Lotta Continua”.
Roberto Chiesi
Il film, della durata di 104 minuti, è stato finora pubblicato in edizioni video e dvd tagliate di oltre cinquanta minuti. Nel 2014 il film è stato restaurato nell’edizione integrale dal laboratorio L’Immagine Ritrovata per conto della casa editrice tedesca Laika Verlag e della Fondazione Cineteca di Bologna ma senza che sia stato possibile ritrovare i negativi originali.