Gio
30/06
> 11:00
P.K. Nair e il National Film Archive di Pune
Conferenza di Shivendra Singh Dungarpur
P.K. Nair fu affascinato dal cinema fin dall’infanzia. Vide i suoi primi film steso sul pavimento coperto di sabbia bianca di un cinema a Trivandrum. Era già allora un collezionista: conservava le matrici dei biglietti d’ingresso, le cartoline pubblicitarie e perfino gli scontrini delle bilance pubbliche con le effigi dei divi dell’epoca. Divenne un archivista cinematografico leggendario. Pochi sanno che in India furono realizzati ben 1700 film muti. Di questi sono sopravvissuti solo cinque o sei esemplari completi e pochi frammenti, amorevolmente raccolti da Nair durante i suoi viaggi negli angoli più remoti del Paese alla ricerca di pellicole rare. È merito suo se oggi Dadasaheb Phalke è considerato il padre del cinema indiano. Nair cercò sempre di salvare tutto quel che gli capitava sotto mano: produzioni internazionali, hindi e regionali avevano per lui lo stesso valore. La sua opera d’archivista ha influenzato generazioni di studenti di cinema e in particolare i registi della nouvelle vague indiana, come Mani Kaul, Kumar Shahani, Adoor Gopalakrishnan e John Abraham. Prima dell’avvento dei Dvd e di internet, Nair ha fatto conoscere ai giovani il mondo del cinema, donando loro l’opportunità di vedere film che non avrebbero mai avuto modo di apprezzare. Nair non fu solo il fondatore del National Film Archive, ma un museo del cinema vivente. Il fatto che l’India possieda un patrimonio cinematografico è interamente merito suo. È una figura assolutamente unica.
Shivendra Singh Dungarpur
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