22/07/2021

La cena delle beffe – Un contributo di Anna Noli

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Proponiamo un estratto dell’intervento di Anna Noli, nipote del costumista Gino Carlo Sensani, letto in occasione della proiezione di La cena delle beffe di Alessandro Blasetti.

Ai bozzetti e agli studi di Sensani Il Cinema Ritrovato dedica la mostra Gino Carlo Sensani e i costumi per il cinema visitabile in Biblioteca Renzo Renzi dal 19 al 27 luglio e dall’1 al 30 settembre.


 

Ogni evento, ogni iniziativa che possa ricordare l’opera di Sensani ci trova consenzienti e convinti che sia la cosa giusta e non potrebbero esserci sede e presenze più qualificate di questa. […] Oltre al film che sarà proiettato, sono stati esposti ricordi e lavori di Sensani che testimoniano la Sua Maestria in vari campi delle arti figurative: Xilografie, pittura, au pochoir, bozzetti soprattutto per film.

E che dire? Visto che io sono la più agée della famiglia e forse l’unica memoria vivente che io sappia (bruttissimo segno!), solo un ricordo a proposito del film che vedremo.
Mia Madre che, con il Babbo, andava spesso a Roma a trovare lo zio Gino, anche a Cinecittà, mi raccontava che una volta sul set de La Cena delle Beffe Clara Calamai e Luisa Ferida lo abbracciarono calorosamente dicendogli: “Grazie Gino, per averci fatto così belle”! E belle lo erano davvero!

Su Clara Calamai (forse la star di oggi è lei) uno dei ragazzi che ha fatto la sua tesi di (96/97) laurea su Sensani riferiva che avendola intervistata lei (mi pare che è morta nel 1998) diceva:
“Mi ha vestita in 7 film.Un ricordo bellissimo, una persona straordinaria di una grande cultura, di una raffinatezza estrema; quando lui mi vestiva era come se mi partorisse ogni volta, perché mi faceva rinascere sempre più bella.
Il ruolo della Cena delle Beffe a me non piaceva per niente. In quel film Sensani mi veste molto sexy ma al contempo casta, per niente volgare. Ho accettato di parlare non per raccontare di me ma proprio perché lei prepara un lavoro su Sensani che per me è stato il primo e il più grande dei costumisti italiani, che sapeva mettermi sempre a mio agio in ogni costume, in ogni epoca, anche in personaggi come quello di Ginevra, che io non sentivo particolarmente”.

L’intervista è ancora molto lunga, ma riporto solo un altro passaggio: “seguiva sempre con attenzione il lavoro in sartoria. Lo ricordo vicino a me quando mi misurava la vita dicendomi ‘Questa vita così piccolina è perfetta, è un piacere lavorare con te’. Era anche molto attento alle acconciature, al tipo di trucco da fare, ai gioielli, non lasciava nulla al caso, era un vero artista del costume. In tanti mi hanno vestita, io ricordo solo Sensani e vorrà ben dire qualcosa se, a distanza di anni, penso ancora a lui con tanto affetto”.

Ed è questo che facciamo anche noi oggi, qui. Grazie ancora.

Anna Noli