“Il Cinema Ritrovato: una grande manifestazione internazionale, simbolo di ripartenza”.
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“Con questa edizione del Cinema Ritrovato abbiamo dimostrato che è possibile realizzare una grande manifestazione internazionale, pur nella condizione delle regole restrittive che abbiamo messo in campo a tutela della salute degli spettatori. Spettatori che sono venuti da tutta Europa: 30mila le presenze registrate in questi giorni di festival, tra le 7 sale cinematografiche e le 3 arene all’aperto, tutte organizzate con le sedute distanziate. Un pubblico rappresentativo di tutti i Paesi dai quali si può viaggiare in questo momento verso l’Italia (2.100 gli accreditati registrati), un pubblico che ha assistito, da un lato, alla magia del Paradiso dei cinefili, con i suoi 400 film (e 300 sessioni di proiezione) che disegnavano il profilo delle 20 sezioni del programma, e, dall’altro lato, all’impegno di una struttura organizzativa che ha permesso a tutti di vivere Il Cinema Ritrovato nella massima serenità, cosa di cui siamo stati più volte ringraziati in questi giorni e che ci ricambia del lavoro e dell’attenzione investiti”.
Traccia un primo bilancio di questa 34ª edizione del festival, slittata eccezionalmente in avanti di due mesi, rispetto al consueto appuntamento di fine giugno, il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli, annunciando le date dell’edizione 2021, dal 26 giugno al 3 luglio: “Pur dovendo affrontare le difficoltà che tutti potete immaginare, Il Cinema Ritrovato è stato capace anche quest’anno di stupirci, di inventare soluzioni sorprendenti: la bellezza del Teatro Comunale per i programmi dedicati all’epoca muta, il Teatro Manzoni che ritorna alla sua originaria vocazione di sala cinematografica, un Cinema Odeon che ha contribuito a fare del Cinema Ritrovato un festival diffuso nella città, un Cinema Jolly, dove venivano presentati i titoli più arditi, sempre pieno, forse proprio perché quest’anno più che mai il pubblico era spinto da una motivazione fortissima alla scoperta delle cose più rare, più impossibili. E si doveva venire a Bologna per vederle”.
In effetti sono state moltissime le anteprime internazionali presentate al festival: dai film selezionati per il Festival di Cannes e che lì non si sono ovviamente potuti vedere, come Last Words di Jonathan Nossiter (primo film in concorso a Cannes 2020 a essere visto in pubblico al mondo) o Fellini degli spiriti di Anselma Dell’Olio, scelto invece per Cannes Classics. E poi i restauri di Cannes Classics, come quello di Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard, con il quale si è aperta la 34ª edizione del Cinema Ritrovato, salutata dal presidente della Cineteca di Bologna Marco Bellocchio come “un festival straordinario, di grande qualità e popolare, due caratteristiche che ci ricordano come il cinema in origine fosse prima di tutto uno spettacolo popolare”.
Parole che riecheggiano quelle di Martin Scorsese: “Il Cinema Ritrovato è davvero un festival unico. Non ce n’è un altro così”.
E sempre in anteprima: la nuova edizione di uno dei film più importanti della storia recente del cinema, Gomorra di Matteo Garrone, film di cui si era persa ogni traccia come Fra Diavolo di Roberto Roberti, padre di Sergio Leone, film censuratissimi come l’iraniano Chess of the Wind di Mohammad Reza Aslani, tutti i film restaurati che hanno composto il cartellone di Venezia Classici, presentati al Cinema Ritrovato grazie a uno splendido esempio di collaborazione istituzionale tra la Biennale di Venezia e la Cineteca di Bologna.
“Il Cinema Ritrovato, Anno Zero. Davvero, è stato come ripartire da zero: e ora so che il cinema esisterà più bello e più forte di prima”. Questa la riflessione del Premio Oscar Volker Schlöndorff, di ritorno a casa dopo la sua partecipazione al festival: “In questi mesi si è spesso sentito dire che la pandemia abbia inferto il colpo mortale, il colpo finale a un cinema già in crisi. Io invece ho ancora molta fiducia nel cinema e per rivitalizzare questa fiducia mi basta ricordare i tre o quattro giorni che ho appena trascorso a Bologna”.
Una convinzione espressa con forza dal direttore del Festival di Cannes Thierry Frémaux, autore di una valutazione ad ampio raggio sul momento attuale, che, partendo dalla chiusura forzata delle sale nei mesi scorsi, è arrivata fino alla visione di un futuro in cui, lo sappiamo: “Ci resterà il cinema. C’è un pubblico che vuole la sala cinematografica e non la abbandonerà mai. Le piattaforme sono una declinazione ulteriore della televisione: come con la televisione il cinema ha continuato a esistere, così esisterà sempre”.