VERS LA LIGNE DU FEU
35mm.
Film Notes
Nel film Vers les lignes de feu, dell’inizio della primavera del 1915, dopo che un cartello ha annunciato “ciò che si vede dalle nostre trincee in prima linea”, un piano panoramico da sinistra verso destra, dall’interno di un cunicolo, mostra l’estensione del campo di battaglia sotto i raggi del sole al tramonto. Uno spazio apparentemente ordinario e comune, che è stato senza dubbio teatro di violenti scontri. Il vuoto è sinonimo di morte. La calma totale, ma del tutto illusoria, di questa “no man’s land” che separa gli avversari è l’opposto dei folgoranti combattimenti che qui si sono svolti. L’operatore, spaziando nel campo visivo che ha di fronte a sé, in qualche modo sostituisce sempre il suo sguardo a quello del soldato che osserva lo spazio intorno a lui dall’alto del parapetto. Questa comunione tra il punto di vista della cinepresa e il pubblico era ricorrente. All’epoca, essa contribuiva certamente a una migliore percezione da parte dello spettatore, coinvolgendolo più direttamente e facilitando la comprensione del film. (Laurent Veray, Il cinematografo al campo, Transeuropa, 1993)