FREGOLI

D.: 12’.

info_outline
T. it.: Italian title. T. int.: International title. T. alt.: Alternative title. Sog.: Story. Scen.: Screenplay. F.: Cinematography. M.: Editing. Scgf.: Set Design. Mus.: Music. Int.: Cast. Prod.: Production Company. L.: Length. D.: Running Time. f/s: Frames per second. Bn.: Black e White. Col.: Color. Da: Print source

Film Notes

Rullo comprendente diciotto pellicole assemblate assieme dalla Cineteca Nazionale: Fregoli al restaurant, Fregoli e signora al restaurant, Fregoli soldato, Fregoli barbiere (I), Fregoli barbiere (II), Burla di Fregoli, Burla al marito, Bianco e nero, Fregoli al caffé, Serenata a Fregoli, Pere cotte, Bagni di mare, Fregoli prestigiatore, Fregoli trasformista, Retroscena, Il segreto per vestirsi, Morte, Maestri di musica

Leopoldo Fregoli, il mitico trasformista del Caffé Chantant italiano fu anche un pioniere del cinematografo come ricorda de Matteis nel suo saggio pubblicato su Sperduto nel buio (Cappelli Spettacolo, 1991):

[…] A fine Ottocento il caffè chantant possiede già un tanto importante quanto stravagante divo: Leopoldo Fregoli. Mago del trasformismo per le abilità spettacolari e per gli straordinari trucchi, non sempre celati, aveva fatto di sé e del suo personaggio un’attrazione vivente e, per questo, è costantemente alla ricerca di sempre più spettacolari trovate.

“Mi trovavo, nel 1897, al teatro Celestin di Lione, quando, una sera, mi dissero che in una poltrona di prima fila c’era Luigi Lumière, di cui avevo sentito parecchio parlare. Maniaco di fotografia e di meccanica come ero, mandai il mio segretario in platea, a pregare lo scienziato di poter visitare la sua officina. Quegli aderì”.

Così Fregoli racconta il suo incontro con Lumière e prosegue:

“Per una settimana rimasi dalla mattina alla sera nella loro officina, ad addestrarmi nei segreti della riproduzione, dello sviluppo, della stampa e della proiezione di quei minuscoli film. Convinto che la proiezione di quei primi saggi cinematografici alla fine di ogni mio spettacolo potesse essere una vera attrattiva e suscitare un vivo interesse nel pubblico, chiesi ai fratelli Lumière il permesso di proiettare le loro pellicole. I due scienziati, entrati subito con me in grande familiarità, aderirono, mi consegnarono un apparecchio di proiezione e con esso il diritto di esclusività, per i miei spettacoli, di un notevole gruppo di brevissimi film”.

Il successo fu immediato al punto che Fregoli decide di trasferire in cortometraggi le scene comiche di cui era unico interprete; nascono così: Fregoli al ristorante, Una burla di Fregoli, Il segreto di Fregoli, Un viaggio di Fregoli, Il sogno di Fregoli, e infine, il film forse più importante perché svelava i segreti delle sue trasformazioni, Fregoli dietro le quinte. Le pellicole avevano una lunghezza massima di 18 metri; le bobine quindi si “consumavano” in pochi minuti e, esaurita una, bisognava “ricaricarne” un’altra: da qui l’esigenza di raggruppare più pellicole assieme ricorrendo a un apposito contenitore costruito dallo stesso trasformista in modo da poter proiettare un unico film di 50 metri.

Ma la storia di Fregoli inventore cinematografico non finisce qua: traeva effetti comici inattesi mostrando la proiezione alla rovescia e, anticipando il sonoro, creò il cinema parlato: “Poiché in qualcuno dei miei film mi presentavo nella riproduzione di molti personaggi delle mie stesse farse, delle mie stesse commedie satiriche e delle mie bizzarrie musicali, pensai di dare a tutte queste ombre, a tutti questi fantasmi, la loro voce. Non però attraverso dischi fonografici, ma direttamente. Nascosto tra le quinte, di fianco allo schermo (la proiezione avveniva per trasparenza) io pronunciavo le battute di ogni personaggio del film e cantavo i piccoli brani musicali, accompagnati dall’orchestra, tutto ciò con perfetto sincronismo, riuscendo così a dare veramente l’impressione che parole e note uscissero dallo schermo.”

 

Copy From