07/04/2020

Fuori Cinema | Film in TV (ma da vedere) _ mercoledì 8 aprile

Sorry, this entry is only available in Italian.

Cinque dritte di visione (e di letture) capitanate dal “migliore e più importante attore della storia del cinema”, Cary Grant, queste di mercoledì 8 aprile. Ma ce n’è per tutti i gusti (e tutti generi e destinazioni): andiamo dai paesaggi sconfinati dei western alle isole deserte dei dispersi; proponiamo anche villaggi castigliani d’altre epoche e aria di casa nostra (con una delle più riuscite satire sul perbenismo nazionale).

p

CIELO GIALLO (Yellow Sky, 1948, 98 min) di William Wellman
[Rai Movie (canale 24), ore 15.40]

In parte western e in parte noir, lo stile è cruciale in Yellow Sky: Wellman valorizza la vastità del paesaggio con angolazioni disarticolate, primi piani così ravvicinati da causare disagio e una fotografia in bianco e nero molto contrastata. Al centro dell’azione ci sono Peck, Widmark e i cavalli, ma è Anne Baxter a rubare la scena. Unico personaggio femminile è il tipo di donna che si incrocia spesso nei film di Wellman degli anni Quaranta e Cinquanta: una ragazza di frontiera disposta a usare senza esitazioni il proprio corpo per ottenere la vita cui aspira. 
(Gina Telaroli, dal catalogo del festival Il Cinema Ritrovato 2014)

Approfondimenti

L’omaggio a William Wellman al Cinema Ritrovato nel 2014.

p

CAST AWAY (2000, 142 min) di Robert Zemeckis
[Iris (canale 22), ore 21.10]

Il viaggio che l’umanità compie per assicurarsi la sopravvivenza ha prodotto archetipi culturali che si ripropongono puntualmente nella produzione artistica di ogni epoca. La vita e le strane sorprendenti avventure di Robinson Crusoe, pubblicate da Daniel Defoe nel 1719, in pieno Illuminismo, risposero all’esigenza di affermazione dei valori della piccola borghesia inglese: spirito di iniziativa e di sacrificio accompagnata da una fede ottimistica e assoluta nella Provvidenza. Nel film di Zemeckis, di tutto questo resta ben poco. Il protagonista, Chuck Noland, (interpretato magistralmente da Tom Hanks), da dirigente di un colosso delle spedizioni (geniale operazione pubblicitaria di FedEx), precipita nei panni di un novello Crusoe. L’isola deserta è per eccellenza luogo fisico e metafora dell’incapacità dell’uomo di bastare a se stesso, anche alle soglie del 2000. L’immersione forzata “Into the Wild”, trasformerà completamente Chuck che tornerà alla civiltà consapevole dei limiti di una società che adora il Dio Denaro.
(M.Z.)

Approfondimenti

Una recensione di Spietati.it e l’intervista a Tom Hanks.

p

ARRANGIATEVI (1959, 105 min) di Mauro Bolognini
[Cine 34 (canale 34), ore 22.50]

L’orario non è dei più felici e il film dura 106’, ma se lo iniziate vi conquisterà e resterete fino all’arringa finale di Totò, vero pernacchio alla retorica fascista. È una delle grandi commedie italiane degli anni Cinquanta, con un cast di prim’ordine, protagonista Peppino de Filippo (scomparso quarant’anni fa), padre di famiglia e podologo, Totò come spalla nel ruolo di suocero, Vittorio Caprioli e Franca Valeri in un episodio esilarante, in cui lei si supera in bravura. La musica piena d’invenzioni di Carlo Rustichelli sostiene il ritmo del film e la spumeggiante sceneggiatura dei giovani Benvenuti e De Bernardi. Mauro Bolognini è in stato di grazia, tra il ’58 e il 1960 realizzerà, oltre a questo, altri tre grandi film, Giovani mariti, La notte brava e Il Bell’Antonio. Credo sia la più bella satira sull’ipocrisia e il falso perbenismo italiano.
(GL.F.)

Approfondimenti

Alberto Anile sul film (da Tutto Totò, Edizioni Cineteca di Bologna 2017); un profilo del regista di Enzo Siciliano; Totò, Peppino e la casa di tolleranza; Totò negli archivi Rai e la puntata di WikiRadio dedicata a Peppino De Filippo.

p

CARY GRANT – DIETRO LO SPECCHIO (Becoming Cary Grant, 2017, 80 min) di Mark Kidel
[Rai5 (canale 23), ore 23.30]

A metà anni Cinquanta Cary Grant si sottopose, sotto controllo medico, a una robusta cura di LSD (fu una pratica piuttosto di moda, prima di venire vietata, tra le celebrities americane dell’epoca). Dell’esperienza parlò con entusiasmo, attribuendo alle sedute psicotrope il merito di avere sanato certi nodi mai risolti dell’infanzia e prima giovinezza. Intorno all’episodio Kidel costruisce una rilettura della biografia grantiana, alternando i colori acidi di rari home movies (allusione al lisergico?) con sequenze tratte dai film (prediligendo quelli dal tono fotografico ed emotivo più scuro), e sorvolando sulla questione della bisessualità giovanile di Cary. Che cos’è che davvero ci cattura, in questo documentario dal tono psicologico fin troppo compunto? Forse il fatto che solo Cary Grant sa ancora farci credere che la vita possa essere il più meraviglioso degli esercizi di stile; forse il fatto, per dirla col critico David Thomson, che stiamo parlando “del migliore e più importante attore della storia del cinema”. Il film esiste in versione americana, Becoming Cary Grant, 86 minuti, e in un versione francese, De l’autre coté du miroir, 52 minuti: a dispetto del titolo, stasera si dovrebbe vedere quella completa.
(P.C.)

Approfondimenti

La scheda sul sito del Cinema Ritrovato e l’approfondimento su Cinefilia Ritrovata; Cary Grant. Lo stile come arte marziale (intervista a Wu Ming); Roberto Silvestri racconta Cary Grant a WikiRadio; un profilo dell’attore su “The Atlantic”.

p

I CENTO CAVALIERI (1964, 111 min) di Vittorio Cottafavi
[Rai Movie (canale 24), ore 05.00]

L’invasore straniero ha trasformato la città in un lager a cielo aperto, i partigiani organizzano la Resistenza sulle montagne, i preti danno il loro contributo alla causa, i bambini si improvvisano sabotatori e si beccano per questo le sculacciate dei genitori, qualche verme preferisce la via del collaborazionismo… Ma come, non dovevamo guardare un film d’avventura ambientato nella Castiglia dell’anno 1000 o giù di lì? Sì, anche. Per tenere in equilibrio l’operazione senza inciampare nel grossolano ci voleva Vittorio Cottafavi, una delle figure più sagaci del nostro cinema di genere: lo spettacolo qui diventa riflessione storica, e il dramma si concede a uno sguardo che sa essere all’occorrenza buffo e romantico. Senza sopraffazioni. Dopo questo film, poco premiato al botteghino, Cottafavi passerà in via definitiva alla televisione, senza perdere un briciolo della sua intelligenza e del suo buon gusto. (A.M.)

Approfondimenti

La scheda di Steve Della Casa per l’Enciclopedia Treccani; Bertrand Tavernier e Luc Moullet attorno a Cottafavi.

p

Selezione titoli, commenti e approfondimenti a cura di Alessandro Cavazza, Paola Cristalli, Gian Luca Farinelli, Andrea Meneghelli e Michela Zegna.