IL MOSCONE

In.: Ernesto Vaser. P.: Società Anonima Ambrosio, Torino. L.O. :70 mt. D.:2’. 35mm

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T. it.: Italian title. T. int.: International title. T. alt.: Alternative title. Sog.: Story. Scen.: Screenplay. F.: Cinematography. M.: Editing. Scgf.: Set Design. Mus.: Music. Int.: Cast. Prod.: Production Company. L.: Length. D.: Running Time. f/s: Frames per second. Bn.: Black e White. Col.: Color. Da: Print source

Film Notes

Figlio d’arte, alla morte (1898) del padre Pietro, capocomico di una compagnia piemontese, Ernesto Vaser (1876-1934) passò con i Casaleggio, altra troupe dialettale, ove si fece notare come brillante caratterista, padrone di tutte le sfumature del vernacolo torinese che amava sottolineare con divertenti inflessioni querule. Scritturato da Arturo Ambrosio, divenne il primo comico del cinema italiano, interpretando una miriade di brevi filmetti che venivano girati nel capannone di vetro al n. 187 dello Stradale di Nizza a Torino, tra cui si possono ricordare Il cacciatore millantatore, Come si ama, Il dolce che scappa (1906), il grottesco Il telefono nel Medio Evo (1907), Il distratto (1908), l’irriverente La forza dell’intestino (1909). Ma la sua attività presso l’Ambrosio non si ferma a queste spassose comiche finali, perché spesso, quando capita ora di vedere i film di questa Casa, dove rimase, con qualche interruzione, per oltre dieci anni, lo si ritrova costantemente in brevi comparsate, in apparizioni fugaci, sempre rubicondo e saltellante, a vivacizzare la scena. Nel 1910 crea il personaggio di Fricot, un borghese piccolo piccolo con qualche velleità, perennemente vessato da una moglie gelosa e invadente, alle prese con la suocera, coi figli rompiscatole, con i problemi della villeggiatura, col “che cosa penseranno di noi”, col “far vedere per far credere”. Questa sorta di Arcibaldo nostrano ben si adattava sia alle corde professionali dell’attore, dall’aspetto di allegro bon-vivant con tendenze libertine, ahimè sempre represse dalla sua pervicace Petronilla, sia alla figura fisica di Vaser, piccolo demonietto tondeggiante, simpatico e malizioso.

Come Fricot, tra il 1910 e il 1916, interpretò una quarantina di brevi quadretti di vita familiare ed i suoi film vennero esportati agevolmente anche all’estero, ove divenne popolarissimo sotto diversi soprannomi: “Priscot” in Francia, “Merry Pimple” in Gran Bretagna, “Herr Bumke” in Germania; apparve in seguito in qualche altro film, ma negli anni ’20 ritornò sul palcoscenico e fece soprattutto avanspettacolo di rivista.

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