Arte e vita in ‘Mishima: A Life in Four Chapters’
Nel pomeriggio di venerdì 29 giugno al cinema Arlecchino John Bailey, storico direttore della fotografia e presidente dell’Academy of Motion Pictures, ha presentato, insieme al direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli, Mishima: A Life in Four Chapters (1985) di Paul Schrader. Il film, di cui Bailey ha diretto la fotografia, è stato proiettato nella recente versione 4k prodotta da Criterion Collection.
Il lungometraggio è un’opera biografica dedicata a Yukio Mishima (1925-1970), controverso scrittore giapponese morto suicida in nome della fedeltà ai valori tradizionali e all’imperatore. Mishima traccia un parallelismo tra le vicende biografiche dell’autore e i suoi romanzi: arte e vita, bellezza e morte, etica ed estetica corrono su binari paralleli, convergendo nel compimento finale.
John Bailey ha raccontato le vicissitudini di questo film girato in un paese straniero. «Nel febbraio del 1984 sono volato in Giappone per i sopralluoghi di Mishima. Era il mio terzo film con il regista Paul Schrader. Ero molto emozionato all’idea di lavorare a un film in lingua straniera, in una cultura straniera per cui nutrivo un grande rispetto per la sua storia artistica, le sue particolarità e il suo patrimonio cinematografico. Ma quello che Paul non mi aveva ancora detto era che Francis Ford Coppola non aveva ancora comprato i diritti dei romanzi di Mishima dalla sua vedova, il budget non era ancora stato stabilito e Paul stava finanziando la pre-produzione del film con la sua American Express». La realizzazione di Mishima fu un’avventura: «Quello che né io né Paul avevamo compreso era che Yukio Mishima, che si era ucciso con le sue mani 14 anni prima, era ancora oggetto di controversia sociale politica e culturale in Giappone. Ci siamo trovati nel bel mezzo di una tempesta».
Bailey ha ripercorso le tappe della vita dell’autore giapponese toccate dal film e soprattutto ne ha descritto la ricchezza visiva. Il film è un mosaico i cui tasselli sono il racconto dell’ultimo giorno della vita dello scrittore e tre dei suoi romanzi, The Temple of the Golden Pavilion, Kyoko’s House e Runaway Horses. Schrader, con il supporto della fotografia di Bailey, delle scenografie di Kazuo Takenaka e Eiko Ishioka, alterna linguaggi cinematografici e registri cromatici: lo stile documentaristico è inframmezzato dalla stilizzazione e dalle tonalità vivide delle trasposizioni romanzesche. Il tutto esaltato dalla grandiosa colonna sonora di Philip Glass.
Margherita Fontana e Laura Girasole
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