Il Cinema Ritrovato 2025 | Anticipazioni

Care cinefile, cari cinefili,

probabilmente Il Cinema Ritrovato è già segnato sulle vostre agende! Se così non fosse, ricordate che tra il 21 e il 29 giugno torna il più importante festival del mondo dedicato ai capolavori cinematografici, ai classici intramontabili, alle perle nascoste, ai restauri più recenti. In altre parole, al cinema allo stato puro.
È una grande emozione anticiparvi nella nostra prima newsletter del 2025 alcuni degli straordinari film e delle riscoperte presentati da un illustre team di esperti internazionali. Ma le emozioni non finiscono qui! Presto sveleremo altri entusiasmanti dettagli del programma, comprese le sezioni Ritrovati e RestauratiDocumenti e documentariCinemalibero1905 e Il Cinema Ritrovato Kids e Young, nonché l’elenco completo di film, ospiti speciali e masterclass. Abbracciando cinque continenti e 130 anni di storia del cinema, la selezione di quest’anno promette tesori inestimabili.
Per nove magici giorni le proiezioni si articoleranno tra sette sale e due spazi all’aperto – la magnifica piazza Maggiore, in cui prende vita la gioia collettiva della visione cinematografica, e l’intima e vibrante piazzetta Pasolini, sede delle proiezioni con lanterna a carbone. Il nostro gioiello sotterraneo, il Cinema Modernissimo, rimane la sala più amata dagli spettatori e la più frequentata durante tutto l’anno. State tranquilli, vi abbiamo tenuto al caldo i posti per un’altra spettacolare edizione in cui meraviglie cinematografiche e capolavori ritrovati torneranno sul grande schermo dopo decenni di silenzio e di oblio.
Abbiamo accordato i pianoforti, pulito le lenti, ispezionato le bobine e preparato le illuminanti note introduttive. Adesso mancate solo voi: venite a immergervi nella magia del Cinema Ritrovato 2025!

 

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Dolore e passione: il cinema di Mikio Naruse nel periodo prebellico

Mikio Naruse è noto al mondo come uno dei quattro maestri del cinema classico giapponese insieme a Ozu, Mizoguchi e Kurosawa. Eppure, con l’eccezione di uno o due titoli canonici, i suoi film prebellici sono stati ignorati. Questa rassegna si concentra su cinque anni cruciali della sua carriera (1935-39), quando lavorò presso la neonata casa di produzione cinematografica P.C.L., che poi si sarebbe trasformata nella Toho. Qui Naruse utilizzò le tecnologie cinematografiche più avanzate disponibili in Giappone e nuovi stili di illuminazione e di fotografia mutuati da Hollywood per realizzare brillanti esplorazioni della modernità giapponese. Si immerse nella vita metropolitana e sviluppò un interesse profondo e duraturo per la condizione e il ruolo delle donne nella società nipponica. Gli spettatori abituati al tono cupo e rassegnato e alla sobrietà stilistica del cinema postbellico di Naruse rimarranno sorpresi dalla passione, vitalità e sperimentazione dei suoi lavori precedenti. Ricco di preziose rarità, questo programma si propone di riposizionare Naruse come uno degli autori più importanti del suo paese, non solo dopo ma anche prima della guerra.
A cura di Alexander Jacoby e Johan Nordström

Foto:  Nyonin aishu (A Woman’s Sorrow, 1937) di Mikio Naruse © Toho Ltd.

 

 

Norden Noir

Dagli archivi di Danimarca, Norvegia e Svezia ci giungono i film che hanno dato inizio alla stagione dei noir nordici, precursori cinematografici delle popolari serie Tv scandinave di oggi. Opere raramente proiettate al di fuori della Scandinavia, che mostrano la capacità del genere di sciogliere la superficie apparentemente ghiacciata della vita con risultati straordinari, come nel danese Mordets Melodi (Melody of Murder, 1944) di Bodil Ipsen e nel norvegese Døden er et kjærtegn (Death Is a Caress, 1949). A proposito di femme fatale, in quest’ultimo film la “femme” sta anche dietro la macchina da presa: a dirigerlo è infatti Edith Carlmar, il cui stile evoca il fatalismo del miglior cinema noir. Dopo la guerra i Paesi scandinavi si allinearono pienamente alla tradizione hollywoodiana, e le luci soffuse, le inquadrature disturbanti e sbilanciate e le storie di desiderio e lussuria dagli esiti nefasti aprirono la strada allo sviluppo del noir nordico. Questa rassegna celebra quell’eredità, presentando copie d’archivio in 35mm e restauri digitali.
A cura di Tora Berg, Mikael Braae, Sophie Engberg Sonne e Irene Torp Halvorsen 

Foto: I dimma dold  (In the Mist, 1953) di Lars-Eric Kjellgren

 

Maschere e musica: i film di Willi Forst

Un omaggio a un grande attore austriaco, poi passato alla regia, un tempo immensamente popolare e oggi caduto nell’oblio. Artigiano consumato, Willi Forst fu un regista versatile che eccelleva sia nel genere drammatico che in quello comico. I suoi film degli anni Trenta e Quaranta, che costituiscono il corpus più compiuto mai prodotto da un regista attivo in Germania durante l’era nazista, rivelano un amore profondo e quasi ossessivo per la musica. Lungi dall’essere semplice sottofondo, essa permea ogni aspetto dell’opera di Forst, plasmando la trama, influenzando la messa in scena e guidando il montaggio. In un film di Forst una sola melodia può condurre alla felicità, alla disperazione o addirittura a entrambe nello stesso tempo. Caso unico, Forst riuscì in larga misura a non farsi contaminare dall’ideologia nazionalsocialista, conservando nei suoi film lo spirito garbato e sofisticato della tarda Repubblica di Weimar e coltivando al contempo una visione del mondo più cupa e malinconica, unicamente sua.
A cura di Lukas Foerster

Foto: Frauen sind keine Engel (Realtà romanzesca, 1943) di Willi Forst

 

Cento anni fa: 1925

Ancora una volta Il Cinema Ritrovato propone una selezione di classici e rarità realizzati o usciti cento anni fa. Siamo nel 1925, anno del 30° anniversario della nascita del cinema e che vide emergere futuri autori di prima grandezza come Alfred Hitchcock, Jean Renoir e Josef von Sternberg, di cui presenteremo i film d’esordio. Accanto a capolavori indiscussi come Sciopero! di Sergei Ėjzenštejn o Il padrone di casa di Carl Theodor Dreyer, la rassegna include opere relativamente meno conosciute, tutte con accompagnamento musicale dal vivo. La sezione continua a valorizzare in modo particolare il lavoro delle registe e punta i riflettori sul pioniere del cinema afroamericano, Oscar Micheaux. Come da tradizione del Cinema Ritrovato, i programmi sono composti da film di fiction, non fiction, cortometraggi, cinegiornali che ci raccontano la piccola e la grande storia del 1925.
A cura di Oliver Hanley

 

Foto: The Pleasure Garden (Il labirinto delle passioni, 1925) di Alfred Hitchcock

 

Piccolo grande passo: canzoni e società

Quest’anno la sezione si concentra su un genere strettamente associato al formato 16mm: il documentario musicale, compreso il popolare sottogenere del rockumentary. L’avvento delle tecniche del direct cinema e il momento di massimo splendore della cultura musicale negli anni Sessanta portarono alla realizzazione di film che raccontavano le performance e gli stili di vita frenetici ed edonistici delle star della musica e dei loro entourage. Trattandosi di un’epoca di profondi cambiamenti culturali, la maggior parte dei documentari su musicisti, concerti e festival superò ben presto i confini dell’arte: la politica e la critica sociale divennero elementi integranti del genere. La selezione si muove tra diversi generi musicali, sottolineandone la varietà geografica ed estetica per esplorare le lotte e i mutamenti in atto tra gli anni Sessanta e gli Ottanta. Il programma include titoli come Festival (Murray Lerner, sul Newport Folk Festivals), Right On! (Herbert Danska, con i Last Poets), Wattstax (Mel Stuart, con Isaac Hayes, Albert King, Carla e Rufus Thomas) e The Decline of Western Civilization (Penelope Spheeris, con i Black Flag, i Circle Jerks, i Germs e gli X).
A cura di Karl Wratschko 

Foto: Who Is Poly Styrene? (1979) di Ted Clisby

 

Katharine Hepburn: femminista, acrobata e amante 

Nella sua carriera Katharine Hepburn ha dovuto affrontare alti e bassi: poteva passare, in rapida successione, da un premio Oscar all’etichetta di ‘veleno per il botteghino’, conseguenza della sua personalità sempre sorprendente e, a volte, controversa. Indossava i pantaloni ed emanava un’aura femminista (era figlia di una suffragetta) in un’epoca in cui il mondo non era pronto ad accettarlo. Il suo accento del New England poteva risultare irritante, ma Hepburn era audace e controcorrente come poche hanno saputo essere: esilarante, agile, androgina e femminile allo stesso tempo. Ha attraversato gli schermi per sessantasette anni, registrando un record ancora imbattuto tra candidature (12) e vittorie (4) agli Oscar come migliore attrice. La sua carriera è stata più varia di quanto le si attribuisca, ma è soprattutto nelle commedie screwball (di cui c’è un tocco in tutte le sue migliori interpretazioni) che il talento di Hepburn risplende. Oggi siamo finalmente in grado di apprezzare appieno questa donna unica, così avanti rispetto al suo tempo.
A cura di Molly Haskell

Foto: Bringing Up Baby (Susanna!, 1938) di Howard Hawks

 

Lewis Milestone: uomini e guerre

Pietra miliare di nome e di fatto del cinema americano per estro e virtuosismo visivo, Lewis Milestone – émigré ebreo-russo – ha fatto da ponte tra il cinema muto e gli spettacoli in 70mm degli anni Sessanta. Noto per possedere uno stile tra i più distintivi ed eclettici della sua generazione, con le sue opere popolari e originalissime spaziò dal capolavoro pacifista All Quiet on the Western Front (All’ovest niente di nuovo, 1930) al musical progressista Hallelujah, I’m a Bum (1933). Per quanto densi, cupi e impegnativi, i suoi film erano spesso intrisi di arguzia, cameratismo e coraggio, anche quando si confrontavano con le atrocità collettive del Novecento. Nonostante la sua fama, Milestone sopravvisse con difficoltà alla lista nera di Hollywood, in seguito alla quale fu costretto ad accettare incarichi mediocri. Questa rassegna, che presenta nuovi restauri e copie d’archivio e attraversa la sua produzione dal muto al maccartismo, ha l’obiettivo di recuperare l’arte di un uomo che combatté molte delle battaglie affrontate dall’umanità nel Ventesimo secolo, dando prova di una saggezza e di una sensibilità poetica capaci ancora oggi di scuoterci.
A cura di Ehsan Khoshbakht

Foto: Rain (Pioggia, 1932) di Lewis Milestone

Non solo film

Il Cinema Ritrovato DVD Awards
Le migliori uscite dell’anno, scelte da una giuria internazionale.

Mostra mercato dell’editoria cinematografica
Una ricca esposizione di libri di cinema, manifesti, DVD e Blu-ray. Lasciate un po’ di spazio in valigia!

FIAF Cataloguing and Documentation Commission Workshop – Summer 2025

Il Cinema Ritrovato Board 2025

Direttori: Cecilia Cenciarelli, Gian Luca Farinelli, Ehsan Khoshbakht, Mariann Lewinsky

Comitato scientifico: Richard Abel, Peter Bagrov, Peter Becker, Janet Bergstrom, Kevin Brownlow, Gian Piero Brunetta, Ian Christie, Lorenzo Codelli, Eric de Kuyper, Bryony Dixon, Shivendra Singh Dungarpur, Bernard Eisenschitz, Jean A. Gili, Alexander Horwath, Aki Kaurismäki, Dave Kehr, Martin Koerber, Hiroshi Komatsu, Miguel Marías, Nicola Mazzanti, Mark McElhatten, Olaf Möller, Alexander Payne, Chema Prado, Elif Rongen-Kaynakçi, Jonathan Rosenbaum, Thelma Schoonmaker, Martin Scorsese, Jon Wengström, Karl Wratschko

Comitato di programmazione: Guy Borlée, Roberto Chiesi, Anna Fiaccarini, Goffredo Fofi, Andrea Meneghelli, Paolo Mereghetti, Emiliano Morreale, Davide Pozzi ed Elena Tammaccaro

Coordinatore: Guy Borlée

Promosso da: Fondazione Cineteca di Bologna
Sostenitori: Gaumont, The Film Foundation, Pathé
Con il sostegno di: Comune di Bologna, Ministero della Cultura – Direzione generale Cinema e audiovisivo, Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura, Creative Europa Media
Main Sponsor: Gruppo Hera

 

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Info e contatti
Cineteca di Bologna
Via Riva di Reno, 72 – 40122 Bologna – Italia
Tel +39 0512194814/4211
ilcinemaritrovato@cineteca.bologna.it