UKRAJINS’KA RAPSODIJA / UKRAINSKAJA RAPSODIJA

Sergej Paradžanov

Scen.: Oleksand Levada. F.: Ivan Šekker. M.: Marfa Ponomarenko. Scgf.: Mychajlo Rakovskyj. Mus.: Platon Maiboroda. Int.: Olha Reus-Petrenko (Oksana), Evhenia Mirošničenko (voce di Oksana nelle canzoni), Ėduard Košman (Anton), Jurij Guliaiev (Vadym), Natalia Užvij (Nadežda Petrovna), Oleksandr Hai (Vajner), Valerij Vitter (Rudy), Stepan Škurat (nonno di Oksana). Prod.: Studi cinematografici Dovženko. 35mm. D.: 78’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il secondo lungometraggio in solitaria di Paradžanov rappresentava il suo progetto più ambizioso fino a quel momento: un melodramma bellico con riprese in esterni realizzate a Leopoli, utilizzata come “città dell’Europa occidentale”, e a Kaliningrad (Königsberg), che dovrebbe rappresentare le rovine bombardate di una città tedesca. La sceneggiatura di Oleksandr Levada – su una cantante di talento ucraina di nome Oksana che durante la guerra viene separata dall’uomo amato, Anton – aveva indubbiamente un significato particolare per Paradžanov, che prima di entrare al VGIK aveva studiato canto e si era iscritto al conservatorio. Nel film l’arte solleva il morale in tempo di guerra, arricchisce l’esistenza delle persone e fornisce un linguaggio comune all’umanità. Come altri film sovietici del disgelo, in particolare Il destino di un uomo (Sud’ba čeloveka, 1959) e Pace a chi entra (Mir vchodjaščemu, 1961), ha un atteggiamento compassionevole nei confronti dei prigionieri di guerra sovietici e della gente comune tedesca. È significativo che, nel film di Paradžanov, Anton si rifugi in una chiesa tedesca e senta un ragazzino cantare l’Ave Maria di Schubert. A differenza della sceneggiatura, il film utilizza una complessa struttura a flashback che Paradžanov probabilmente elaborò con la montatrice, Marfa Ponomarenko, che divenne la più fidata collaboratrice del regista e lavorò a tutti i suoi film successivi. In Ukrajins’ka rapsodija Paradžanov sperimenta inoltre il sorprendente lirismo visivo che padroneggerà pochi anni dopo in Tini zabutykh predkiv. Come il primo lungometraggio da solista di Paradžanov, Peršyj parubok, il film piacque al pubblico pur non ricevendo il plauso della critica. Secondo Joshua First attirò circa venti milioni di spettatori in Unione Sovietica, un risultato rispettabile per gli Studi cinematografici Dovženko.

James Steffen

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