LA TARTARUGA

Riccardo Cassano

Scen.: Riccardo Cassano. F.: Ottorino Tedeschini. Int.: Elena Makowska (Lady Diana Hamilton), Alberto Pasquali, Camillo De Rossi, Giuseppe Majone-Diaz. Prod.: Medusa. DCP. D.: 23’. Col. (da nitrato imbibito e virato).

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Luigi Comencini ripesca dall’oblio Elena Makowska nel 1953 per La valigia dei sogni. Lei, all’epoca splendida sessantenne, interpreta con misurata efficacia se stessa. Invitata da una baronessa a un ricevimento con sorpresa infiammabile, le tocca assistere a una proiezione di brani scelti del muto italiano. Compresa la sua apparizione nel Fiacre n. 13 (1917). Il pubblico non dà ascolto al proiezionista/imbonitore che rammenta come le folle un tempo andassero in visibilio per colei che viene definita “incarnazione dell’enigma dell’anima slava”. Anzi, ridacchia davanti a quegli afflati melodrammatici ora incapaci di commuovere. L’ex diva incanutita dapprima mostra saggia comprensione (“sono giovani”), poi non resiste all’umiliazione e si accascia su un divanetto sentenziando: “Come vedere rivivere i morti”. Se è così, noi non vediamo l’ora. Anche a costo di restaurare un film arrivato fino a noi monco, sbrindellato, assalito dal decadimento chimico.
Tra il 1915 e il 1920 Makowska appare in una quarantina di produzioni italiane. La tartaruga, di regola, è un titolo trascurato dagli storici, che preferiscono citarla per i suoi ruoli in altri film: Romanticismo, La fiaccola sotto il moggio, La Gioconda, l’Amleto di Rodolfi, il primo Addio giovinezza di Genina, La Dame en gris. Nata in Ucraina da famiglia polacca (vero nome: Helena Woyniewicz), si lascia prestissimo alle spalle il primo matrimonio per prendere lezioni di canto a Milano e debuttare nel teatro operistico, prima di incontrare fortuna maggiore sul grande schermo. Con la crisi del cinema italiano ormai assodata, all’inizio degli anni Venti lascia il paese per cercare altri ruoli in Germania e in Polonia. Siccome ha sposato nel frattempo un inglese, quando i nazisti invadono la Polonia viene arrestata e rinchiusa per quattro anni in un campo di concentramento. Liberata in seguito a uno scambio di prigionieri, recita nella compagnia teatrale dell’esercito polacco. Per poi tornare in Italia, dove morirà nel 1964.
La tartaruga vede le espressioni mutevoli del suo volto inseguire i rovesci di un destino troppo sublime per adeguarsi a una promessa. Tale promessa è racchiusa in un ciondolo a forma di tartaruga che Lady Hamilton, il suo personaggio, custodisce al collo a mo’ di eterno memento dopo la morte del marito: come il rettile che ritrae la testa nel guscio per sottrarsi ai “cani che abbaiano” (modo non proprio gentile per darci un’idea dei suoi fatui spasimanti), lei ha scelto di nascondere il proprio cuore. Ma appena vediamo il violinista imbracciare lo strumento e inebriarla con le melodie di Jules Massenet, ci è subito chiaro che quel ciondolo, prima o poi, sarà strappato. E lei dovrà lottare per mantenersi in equilibrio sugli infidi scogli della vita, senza mai rinunciare ai tacchi alti.

Andrea Meneghelli

Copia proveniente da

Restaurato nel 2022 da Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata, a partire da una copia positiva nitrato 35mm largamente incompleta (467 m. rispetto ai 1455 del film originale)