FILM IST. 7-12
35mm. D.: 93’ a 24 f/s. Bn e colori.
Scheda Film
Nei primi 6 capitoli del suo «found-footage-kolossal» Gustav Deutsch aveva lavorato sulla compilazione di immagini del cinema scientifico, con Film Ist. 7-12 ha invece risalito la storia del cinema fino al periodo del muto e delle origini. Dal 1999 ha battuto le cineteche europee alla ricerca di film che ha montato e organizzato secondo 6 temi, articolati a loro volta in capitoli: Comico, Magia, Conquista, Scrittura e discorso, Sentimento e passione, Ricordo e documento. Gustav Deutsch (1952, Vienna) disegna, compone musica, fotografa, progetta architettura e realizza video. A partire dal 1989 con i suoi film si è imposto come uno degli autori europei più interessanti nell’ambito del «found- footage» e del lavoro con le immagini d’archivio. Membro di Sixpack Films, collettivo di filmmaker viennese, ha più volte collaborato con il progetto Archimedia. Negli ultimi anni ha realizzato anche lavori multimediali su cd-rom e installazioni video.
Sono passati poco più di cent’anni da quando il pubblico si è trovato di fronte al primo film – con stupore e, forse, ansia. Per un medium, cento anni non sono poi tanti. Recentemente, tuttavia, abbiamo assistito a un’accelerazione degli sviluppi tecnologici. La domanda è: negli ultimi cento anni abbiamo imparato a giudicare i media con indipendenza e senso critico? Solo attraverso un intenso confronto col soggetto (nell’arte, la scienza e l’educazione), esteso ad ogni livello sociale, sarà possibile avvicinarci ai media in modo indipendente, critico e democratico. Film ist. si accosta ai principi che stanno alla base dei media. Non vuole essere uno sforzo teoretico, ma cerca, sulla base di un lungo confronto col materiale, di rintracciare alcuni tratti fondamentali della percezione e alcuni effetti delle immagini in movimento. Il risultato non è né un’analisi né una documentazione, bensì un esperimento artistico.
Gustav Deutsch
Non solo vediamo il principio della libera associazione ai suoi vertici di surrealismo, ma ci accorgiamo anche della forza che le immagini acquistano quando sono isolate, astratte da un contesto, e si contraggono come arti amputati, mostrando le proprie singolari caratteristiche, avulse da qualsiasi significato contestuale. […] Come un libro dei sogni, Film Ist. ci fa immaginare l’archivio che avrebbe potuto mettere insieme Jorge Borges, o il libro del mondo che Mallarmé cercava di creare.
Tom Gunning