SOME CAME RUNNING

Vincente Minnelli

T.it.: Qualcuno verrà; Sog.: dal romanzo omonimo di James Jones; Scen.: John Patrick, Arthur Sheekman; F.: William H. Daniels; Mo.: Adrienne Fazan; Scgf.: William A. Horning, Urie McCleary; Cost.: Walter Plunkett; Mu.: Elmer Bernstein; Canz.: Sammy Cahn, James Van Heusen; Su.: Franklin Milton; Int.: Frank Sinatra (Dave Hirsh), Dean Martin (‘Bama Dillert), Shirley MacLaine (Ginny Moorehead), Martha Hyer (Gwen French), Arthur Kennedy (Frank Hirsh), Nancy Gates (Edith Barclay), Leora Dana (Agnes Hirsh); Prod.: Sol C. Siegel per Metro-Goldwyn-Mayer 35mm. D.: 137’. Col.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Dopo Da qui all’eternità, il suo fortunato primo romanzo sui soldati americani di stanza alle Hawaii prima dell’attacco a Pearl Harbor, James Jones passò un’eternità a scrivere il suo secondo libro. Il risultato fu Qualcuno verrà, un resoconto velato e colorito del suo blocco creativo. Il protagonista è un romanziere ed ex-soldato che fa miseramente ritorno a Parkman, la sua città natale del Midwest, un luogo pieno di ipocrisia, confusione sessuale e monotonia. Ville di lusso con colonnati là in alto, squallide bettole con prostitute e gioco d’azzardo lì in basso. Ma cosa ci faceva Minnelli da quelle parti? Nel 1958 ci era arrivato in seguito a Gigi, così deliziosamente francese, e della commedia da salotto Come sposare una figlia. Forse lo aveva attratto il protagonista. Dave Hirsh è un artista tormentato e a Minnelli questo piaceva. Ma senza dubbio era anche attratto dalla stella che lo interpretava: Frank Sinatra era già parte del progetto. A Minnelli piacevano le sfide, e questo voluminoso romanzo lo era sicuramente. Forse era convinto che col suo forte senso visivo, il ritmo giusto e un casting adeguato (Dean Martin e Shirley MacLaine, giocatore d’azzardo e prostituta), avrebbe potuto trasformare questa soap-opera pretenziosa in una tragedia. Se è così, c’è quasi riuscito.

Tre settimane vennero impiegate per le riprese a Madison, in Indiana. Nel 1943, Josef von Sternberg ci era andato per fare un documentario per l’Office of War Information, il corto The Town, in cui la cittadina era presa a simbolo dell’America di provincia, sana e integrata. Ma Minnelli la vedeva diversamente, o la voleva diversa per Qualcuno verrà. Non voleva neppure il realismo documentaristico, infatti il film tende sempre allo stravagante. Sembra che Minnelli si sia ispirato visivamente ai juke-box, e sicuramente ci sono molte luci al neon. Per la penultima sequenza, quella della festa, costruisce accuratamente la tensione con un delirante montaggio incrociato tra assassino e vittima, in cui i set, la musica, le comparse e i proiettili si fondono. Potrebbe quasi essere un’opera lirica, o un balletto.

Nonostante l’evidente artificiosità, il film conserva un volto umano, in parte per merito di Shirley MacLaine. Nel cinema dal 1955, la MacLaine era ancora considerata una stranezza; Variety scrisse che i suoi capelli “sembravano pettinati con un frullatore”. Ma grazie alla regia di Minnelli e alla forza della sua interpretazione, il personaggio della prostituta Ginny diventa una figura di forte pathos.

Geoff Brown

 

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