HYPOCRITES

Lois Weber

Scen.: Lois Weber. F.: Dal Clawson, George W. Hill. Ass. regia: Nate C. Watt. Int.: Courtenay Foote (Gabriel, l’asceta), Herbert Standing (l’abate), Myrtle Stedman (la donna), Adele Farrington (la regina), Margaret Edwards (la ‘Verità’). Prod.: Bosworth. Pri. pro.: 20 gennaio 1915 35mm. L.: 1120 m. D.: 54’ a 18 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il film più noto di Lois Weber per la Bosworth mostra l’ambiziosa portata delle sue prime opere nella forma e nei contenuti. In due storie parallele, Courtenay Foote interpreta un asceta cristiano intento a completare una statua della ‘Verità’ e un moderno ecclesiastico alle prese con una congregazione apatica e più interessata alla posizione sociale che alla carità. Il prete, Gabriel, smaschera le ipocrisie dei suoi parrocchiani in una serie di scenette in cui la figura della ‘Nuda Verità’ regge uno specchio che svela la loro vera natura. Gli effetti ottenuti dal direttore della fotografia Dal Clawson sono straordinari, con la ‘Nuda Verità’ che aleggia in sovrimpressione. Lois Weber non appare nel film – la scrittura e la regia occupavano molto del suo tempo, portandola a recitare sempre più raramente – ma il suo ruolo autoriale è inconfondibilmente evocato nel prologo. Inoltre nello specchio della verità vediamo una prefigurazione del cinema come ‘specchio della vita’, idea che Weber avrebbe esplorato più compiutamente l’anno successivo in Idle Wives. Molto controverso negli Stati Uniti a causa delle scene di nudo, Hypocrites consacrò Lois Weber tra i maggiori registi dell’epoca.

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