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T. it.: Alle sei di sera dopo la guerra. T. int.: Six O’Clock in the Evening After the War. Scen.: Viktor Gusev.F.: Valentin Pavlov. Mo.: Anna Kulganek. Scgf.: Aleksej Utkin. Mu.: Tichon Chrennikov. Su.: Vjaceslav Lešcev. Int.: Marina Ladynina (Var’ja Pankova), Evgenij Samojlov (tenente Pavel Kudrjašev), Ivan Ljubeznov (tenente Pavel Demidov), Anastasija Lysak (Fenja), Ljudmila Semënova (artigliere antiaereo), Aleksandr Antonov (ufficiale comandante), Elena Savickaja (Ekaterina Michailova). Prod.: Mosfil’m. Pri. pro.: 16 novembre 1944 35mm. D.: 97’.
Scheda Film
Quando Pyr’ev girò Il segretario del Comitato locale le prospettive dell’Unione Sovietica non erano rosee. All’epoca di Alle sei di sera dopo la guerra (cioè dopo Stalingrado e Kursk) la situazione era cambiata: la gente poteva cominciare a immaginare, o almeno a sognare, una vita dopo la guerra. Come La guardiana dei porci e il pastore, Alle sei di sera dopo la guerra narra l’incontro a Mosca tra persone provenienti da mondi diversi. Questa volta si tratta di due bei soldati in libera uscita: spinti da una foto trovata in un pacco spedito al fronte, corteggiano due affascinanti maestre d’asilo. Vas’ja e Var’ja si innamorano. Si danno appuntamento su un ponte vicino al Cremlino alle sei di sera, dopo la guerra. Finora tutto bene (guardate le belle immagini di guerra sui muri dell’asilo!). Poi Vas’ja perde una gamba in battaglia e il tono del film cambia bruscamente, facendosi denso di disperazione e di angoscia adulta. Alle sei di sera dopo la guerra diventa un film sull’insicurezza e l’autocommiserazione di uomini che non riescono più a sentirsi tali. Certo, alla fine tutto si sistemerà, ma Pyr’ev sa troppo bene che non si possono ingannare gli spettatori: la pace assomiglierà a Vas’ja, il fronte li accompagnerà per decenni.