Un successo mondiale

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Ladri di biciclette uscì nelle sale italiane il 24 novembre 1948, ottenendo tuttavia, almeno in primo momento, scarso favore da parte del pubblico. Al contrario, il mondo della critica, si espresse fin da subito con parole di encomio: Attilio Bertolucci definì il film “cosa assai superiore, più delicata e poetica e, scusate la parola grossa, universale.” Arturo Lanocita scrisse di Vittorio De Sica: “De Sica è il lirico della solidarietà umana; è un bene che egli abbia respiro e voce, nel nostro cinema, a cui fa onore.”

Franco Fortini, a pochi mesi dall’uscita in sala, definiva Ladri di biciclette “un documento di importanza eccezionale per la cultura italiana.”

Poco tempo dopo, presso la Salle Pleyel di Parigi, si tenne la prima europea del film alla presenza dei maggiori esponenti della cultura francese dell’epoca: artisti, letterati, registi di cinema e teatro. Al termine della proiezione l’intera sala espresse il proprio entusiasmo. René Clair, maestro del cinema mondiale, profondamente commosso, volle abbracciare De Sica (il quale ricordò sempre questo come uno degli eventi più straordinari della propria carriera).

La presentazione parigina fu l’inizio di un successo che presto divenne internazionale e trovò il suo apice nella consegna dell’Oscar a De Sica per il Miglior Film straniero nel 1950.

Accanto alla corposa antologia critica e ai giudizi entusiastici di alcuni autorevoli colleghi registi, tra cui Luigi Comencini e Mario Soldati, è interessante tuttavia conoscere anche le opinioni di persone comuni che videro Ladri di biciclette all’epoca dell’uscita in sala.
Ne riportiamo qui di seguito alcuni esempi:

“Tocchi il cuore, che tu sia benedetto De Sica!”

“Ho letto che De Sica andrà quanto prima in America. Che ci va a fare? C’è molto più bisogno di lui in Italia”.

“Di De Sica ce ne vorrebbero dei milioni. È un cannone!”

“Egregio Comm., la preghiamo di volerci regalare un nome per una bicicletta che con tanta passione stiamo modestamente costruendo. […]
W il film Ladri di biciclette!”

Questo materiale proviene dall’Archivio di Vittorio De Sica (conservato presso la Cineteca di Bologna dal 2016 e giunto sino a noi grazie alla lungimiranza della prima moglie Giuditta Rissone e della figlia Emi), dove abbondano i documenti che testimoniano il grande impatto culturale prodotto dall’uscita di Ladri di biciclette.
Nella gallery seguente le cartoline d’epoca conservate negli archivi con incise a mano le sopracitate opinioni degli spettatori, espresse in occasione di una proiezione per il pubblico milanese (clicca qui per leggerne altre):

 

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