Stanley e lo “studio matto e disperatissimo”

Quando si parla di Kubrick si menzionano spesso aspetti della sua personalità e del suo stile di regia quali il perfezionismo, la passione smodata per la tecnica, il rigore con cui ha saputo sempre esercitare il controllo totale sulla propria opera, in tutte le fasi di realizzazione. 

L’esigenza di autenticità è alla base del febbrile processo di ricerca a cui il regista si dedica per dar vita alle sue opere, così per Il dottor Stranamore Kubrick lesse e studiò circa 46 libri scritti da ricercatori e strateghi nucleari tra i quali spicca il nome di Edward Teller, il fisico ungherese naturalizzato statunitense, conosciuto come il padre della Bomba H. 

Già prima di iniziare la lavorazione del film, il regista, interessato alla questione del nucleare, aveva letto sull’argomento libri e persino riviste scientifiche e militari prendendo in considerazione opinioni e punti di vista anche diametralmente opposti: al di là dell’interesse personale, Kubrick, come dichiarò egli stesso, scorgeva nella drammatizzazione una importante modalità di approccio all’argomento in quanto un conflitto nucleare non poteva certo essere qualcosa da cui trarre insegnamenti sulla base dell’esperienza. 

Naturalmente, il meticoloso lavoro di ricerca non avrebbe potuto risparmiare gli aspetti scenografici: la tecnologia militare presente nel film doveva avere un aspetto realistico e, non potendo contare sulla collaborazione dell’esercito USA, Kubrick e Ken Adam (scenografo del film) ottennero le informazioni dalle riviste di settore: 

“Poiché si trattava di una commedia nera, una cooperazione con l’esercito degli Stati Uniti era fuori discussione. Tuttavia Kubrick e Adam trovarono altri modi per reperire quelle che l’esercito statunitense considerava informazioni riservate sui velivoli utilizzati per lo scontro nucleare. «Era veramente incredibile che riuscissimo a ottenere tutte le informazioni che desideravamo attraverso una rivista tecnica sul volo come ‘Janes’» spiega Adam. «Arrivammo a conoscere ogni cosa alla perfezione, quindi copiammo il bombardiere B-52»” (Vincent LoBrutto, Stanley Kubrick. L’uomo dietro la leggenda, Il Castoro 1999).

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