IL PROGETTO SAMAMA CHIKLI

A cura di Mariann Lewinsky e Cecilia Cenciarelli

Gli archivi di Albert Samama Chikli (1872-1933), pioniere tunisino del cinema e della fotografia, sono stati affidati dalla famiglia alla Cineteca di Bologna e sono attualmente in corso d’inventario, identificazione e digitalizzazione. Punto d’arrivo del progetto saranno un catalogo dettagliato e un sito-database accessibile, ma poiché ci vorranno anni per portare a termine l’impresa, abbiamo intanto deciso di rendere al più presto pubblica la nostra prima ricognizione all’interno di questi ricchissimi ed eterogenei archivi, che contano circa 15.000 fotografie e 4.000 documenti, in un libro in uscita per questa edizione del Cinema Ritrovato.
Lo studio degli appunti e delle liste autografe, delle lettere e dei documenti commerciali ha rivelato le articolazioni di una carriera che si estende dal 1905 al 1924, e ha permesso di stabilire per la prima volta una filmografia attendibile di Albert Samama: un centinaio di titoli certi, più altre venti opere che possono essergli attribuite sulla base di indizi circostanziali e riscontri stilistici. La sua fenomenale produzione non fiction del decennio 1905-1915 conobbe un’ampia distribuzione internazionale, attraverso i listini di grandi compagnie come Urban, Gaumont, Pathé e Cines. Samama Chikli non può più essere considerato una nota a margine nella storia del cinema, una presenza esotica ed effimera: è stato un protagonista del cinema del suo tempo, e Il Cinema Ritrovato si propone di stabilire, nel corso dei prossimi anni, l’ampiezza del suo lascito.
Cominciamo con una selezione di film non fiction e di newsreel che i Gaumont Pathé Archives hanno conservato  e restaurato a partire dai negativi originali. Dai primi mesi del 1911 la Gaumont acquistò e distribuì regolarmente i film di Samama, e la ricerca delle opere sopravvissute negli archivi Gaumont Pathé ha prodotto risultati superiori a ogni aspettativa. Ringraziamo Manuela Padoan, direttrice dei Gaumont Pathé Archives, per la generosa decisione di restaurare i film che presentiamo in questa edizione del festival, ed Emmanuelle Champomier, la cui ricostruzione del catalogo Gaumont ha permesso numerose identificazioni.
La guerra 1914-1918 trasformò profondamente il cinema, i modi di produzione, il mercato, il pubblico e tutto il resto. Nei primi anni Venti Albert Samama partecipò come responsabile delle location e operatore a varie produzioni europee che arrivarono in Tunisia per girare film orientalisti, ma non riuscì a trovare una distribuzione internazionale per i suoi due film di finzione, Zohra (1922) e Ain el Ghezal (1923-24). L’appena riscoperto [En marge du film “Les Contes des Milles et une nuits”] illustra perfettamente la situazione. Nel programma sono inclusi due recenti ritrovamenti provenienti dalla collezione della Cineteca di Bologna, utili a precisare il contesto generale, l’occupazione africana a opera delle potenze coloniali europee.

Mariann Lewinsky