ATTRAVERSO LA NEBBIA: POWELL PRIMA DI PRESSBURGER

A cura di James Bell in collaborazione con Thelma Schoonmaker e Ian Christie

Michael Powell era solito dire scherzosamente che la sua reputazione non sarebbe sopravvissuta al ritrovamento di altri film realizzati prima del suo incontro con Emeric Pressburger. Per la grande retrospettiva organizzata nel 1978 dal BFI, che diede il via alla rivalutazione dei due registi allora dimenticati, erano disponibili solo sei dei ventitré film girati da Powell tra il 1931 e il 1936. Oggi è chiaro che Powell non aveva di che preoccuparsi, perché i ritrovamenti successivi gettano una luce preziosa non solo sulla formazione di un giovane e ambizioso regista, ma anche sul decennio che vide la rinascita del cinema britannico.
Il trampolino di lancio fu la nuova legislazione sul cinema del Regno Unito, che coincise con l’avvento del sonoro alla fine degli anni Venti.  Altri paesi europei erano stati costretti  a proteggere la produzione nazionale, dato lo strapotere degli studios americani nel primo dopoguerra. Nel caso della Gran Bretagna l’asticella fu pericolosamente abbassata: bastavano requisiti minimi per qualificarsi come “quota”, e ciò diede origine allo scandalo dei mediocri quota quickies, girati e distribuiti solo per mantenere l’egemonia dei film americani.
Ma in questo modo si creò anche una scuola per giovani aspiranti registi come Powell, che dal Sud della Francia era appena tornato in un’Inghilterra nebbiosa e ancora attanagliata dalla Depressione. Agli Studios de la Victorine, vicino a Nizza, Powell si era giovato di uno straordinario apprendistato con Rex Ingram, leggenda della Hollywood degli albori che ora risiedeva in Europa. Tornato in Inghilterra, mosse i primi passi collaborando con un giovane produttore indipendente americano, Jerry Jackson, che presto si assicurò il sostegno della storica società Gaumont-British.
Powell cominciò così ad ambientarsi e imparò a lavorare con gli attori, come il comico Jerry Verno – che fu protagonista di due dei suoi primi film sopravvissuti, Hotel Splendide e His Lordship, e sarebbe riapparso in Scarpette rosse –, l’autorevole Leslie Banks e altri talenti emergenti quali Googie Withers e John Laurie. Un altro incontro fondamentale fu quello con l’émigré tedesco Alfred Junge, che avrebbe creato le scenografie di molti capolavori di Powell e Pressburger. Esuli e stranieri di passaggio infusero nuova linfa nelle produzioni inglesi degli anni Trenta, e fu grazie a un produttore americano controcorrente, Joe Rock, che Powell poté girare The Edge of the World, con il quale si fece notare dal cosmopolita Alexander Korda.
Korda non solo mise a lavorare insieme due registi alle prime armi, ma con Il ladro di Bagdad diede a Powell un assaggio della cinematografia a colori e su vasta scala. Prima di arrivare ai capolavori della Archers c’è però ancora molto da apprezzare: Powell si dimostrò abile nel gestire un materiale di partenza spesso banale, come dimostra questa selezione che, accanto a 35mm d’archivio, presenta in anteprima quattro copie recentemente rimasterizzate nell’ambito del progetto del BFI volto a restaurare tutti i tredici film sopravvissuti risalenti agli anni di apprendistato di Powell.

Ian Christie e James Bell

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