1898. cinema anno tre

Programma a cura di Mariann Lewinsky

Alle origini del cinema, recita la vecchia storia, i Lumière inventarono il documentario e Méliès inventò il cinema di finzione. Mai fidarsi dei sistemi binari, sempre rispettare la terminologia d’epoca e fare molta attenzione a come gli interessati descrivono quel che stanno facendo. In un testo del 1906 (vedi Les Vues cinématographiques) lo stesso Méliès distingueva quattro generi di vedute: Vues de plein air (vedute naturali), Vues scientifiques (vedute scientifiche), Sujets composés o Scènes de genre (soggetti messi in scena o scene di genere), Transformations o Vues fantastiques (vedute fantastiche).
In questa sezione presentiamo le ottantatré ‘vedute cinematografiche’ del 1898 divise in quattro capitoli, secondo le categorie proposte da Méliès. Sono storicamente corrette, e modellano una precisa topografia della produzione cinematografica del 1898.
Nel 2018 prendiamo posto in Sala Mastroianni e guardiamo quel che viene definito e pensato come ‘cinema delle origini’, ‘film’ di centoventi anni fa. Forse non servirà a molto, ma mi piace ricordare che i termini ‘cinema’ e ‘film’ non erano in uso all’epoca, almeno non fino al 1907. Non c’era niente del genere, nel 1898 (come ha dimostrato André Gaudreault in Il cinema delle origini. O della ‘cinematografia-attrazione’, 2004).
Quanto alle pratiche di visione del 1898, le proiezioni avevano luogo nei music hall, nei café chantant, nei teatri di varietà e nelle fiere. Negli spettacoli di varietà, vedute de plein air facevano da numero finale, collocazione che gli artisti preferivano evitare. I programmi di sala raramente contengono i titoli, indicano semplicemente ‘Biograph’ o un’altra delle innumerevoli espressioni usate per indicare la proiezione di immagini in movimento.
Le produzioni di Hatot, Breteau e Méliès, che portavano avanti la tradizione teatrale con mezzi cinematografici (Passioni, scene comiche, numeri d’illusionismo, attualità ricostruite), venivano talora proiettate nei teatri, ed erano vivamente attese e ricercate dagli ambulanti. Nel 1898, secondo una testimonianza, “i nostri proiettori erano alla fame e noi con loro; Méliès tornò a farci mangiare a sazietà” (Jacques Déslandes e Jacques Richard, Histoire comparée du cinéma, 1968).
Tutte le proiezioni della sezione sono in pellicola 35mm, tranne un esiguo numero di recenti digitalizzazioni. L’omogeneità è ingannevole; formati e sistemi, all’epoca, erano estremamente eterogenei, e troppo numerosi per essere descritti in questa sede.
Last but not least, il cinema non era confinato allo schermo. Nel giugno 1898, British Mutoscope & Biograph Syndicate acquistò i diritti del Kinora Casler-Lumière, una macchina per la realizzazione di flipbook brevettata dai Lumière nel 1896, prodotta e venduta da Léon Gaumont. I clienti potevano così portarsi a casa, in formato flipbook, le vedute di Lumière e Gaumont dal 1900 in poi, e della Mutoscope & Biograph dal 1902; inoltre, ciascuno poteva farsi fare il proprio ritratto fotografico animato.

Mariann Lewinsky

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