Mar
25/06
Cinema Modernissimo > 22:00
SZEGÉNYLEGÉNYEK
In caso di pioggia, la proiezione sarà annullata.
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Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
SZEGÉNYLEGÉNYEK
Scheda Film
Anni intorno al 1860: il governo austro-ungarico si appresta a sterminare quel che resta dei ribelli di Kossuth, i combattenti della libertà, gli uomini di Sandór. È il punto di partenza di un gioco crudele tra gatto e topo, una lezione sulla soppressione dell’identità (e il finale del film una delle più agghiaccianti rappresentazioni della storia che si compie). […]
Passato o presente. È questo il cuore del cinema ungherese degli anni Sessanta. Gli eventi di Szegénylegények hanno luogo nel decennio che si apre con il 1860, ma, nelle parole di Jancsó, “tutti sapevano che si stava parlando degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento” – semplicemente, per rispondere a un’interrogazione proveniente da Mosca o da Berlino Est era più facile obiettare che si trattava “di un film storico, non riferito ai nostri tempi”. […]
La corrispondenza tra passato e presente, d’altra parte, poggia su solide basi: prima di tutte la puszta che si estende immensa, fuori dal tempo, fino all’eternità. Szegénylegények fu la prima manifestazione di un ‘metodo’ destinato a diventare leggenda del cinema moderno. Ancora nelle parole di Jancsó: “Girare scene di dodici minuti con una cinepresa a 35mm significava mettere insieme una complessa struttura di binari; si cominciava la scena la mattina presto e si finiva che faceva buio”. Un lavoro da virtuosi: “Il nostro metodo implicava un certo grado di follia, e la sua riuscita dipendeva dal fatto che tutti, attori e tecnici, fossimo amici – diversamente non sarebbe stato possibile” (un bel paradosso, dunque: camaraderie dietro le macchine da presa, e davanti la storia, homo homini lupus).
Il metodo significava un rinnovamento del montaggio, trasferito all’interno del piano sequenza – quello che Marcel Martin ha definito ‘montaggio virtuale’. In questo magnifico Scope in bianco e nero, è la storia nuda e brutale che abbiamo davanti, e l’uomo intrappolato nella storia. […] Se chiediamo al cinema di dispiegare davanti ai nostri occhi visioni della storia, i kolossal storici alla Quo Vadis? sono la risposta ‘leggera’, mentre Szegénylegények rappresenta probabilmente la risposta più profonda e coinvolgente alla nostra domanda: un momento alto nell’arte di Miklós Jancsó e nel cinema moderno, dove forma, metodo e oggetto diventano una cosa sola.
Peter von Bagh
Cast and Credits
Scen.: Gyula Hernádi. F.: Tamás Somló. M.: Zoltán Farkas. Scgf.: Tamás Banovich. Int.: János Görbe (János Gajdar), Zoltán Latinovits (Imre Veszelka), Tibor Molnár (Kabai), Gábor Agárdy (Torma), András Kozák (Kabai figlio), Béla Barsi (Foglár), József Madaras (Magyardolmányos), János Koltai (Béla Varjú). Prod.: Mafilm IV. Játékfilmstúdió. DCP. D.: 87’. Bn.
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