Ven

03/07

Piazza Maggiore > 21:45

ROCCO E I SUOI FRATELLI

Luchino Visconti
Introduce

Guido Lombardo

Serata promossa da Ottica Garagnani
(In caso di pioggia, la proiezione si sposterà al Cinema Arlecchino)

Info sulla
Proiezione

Venerdì 03/07/2015
21:45

Sottotitoli

Versione originale con sottotitoli

Modalità di ingresso

Ingresso libero

ROCCO E I SUOI FRATELLI

Scheda Film

Oggi Rocco e i suoi fratelli è considerato uno dei capolavori del cinema italiano. Eppure durante le riprese e dopo la sua uscita fu osteggiato in tutti i modi dalle forze allora al governo, diventando un caso su cui l’opinione pubblica italiana si confrontò e si spaccò. Sulla soglia degli anni Sessanta, l’Italia viveva la crisi dei governi di centrodestra e la contemporanea crescita del Partito socialista. La trasformazione sociale e di costume che la società stava vivendo spingevano verso una svolta politica che porterà, nel 1962, al primo governo di centrosinistra. È in quella fase cruciale che esplosero conflitti ideologici, reazioni violente, dibattiti tra conservatori e progressisti e il cinema diventò un importante terreno di scontro.
In questo clima politico rovente e di profondi cambiamenti Visconti sente il bisogno di riprendere, come nei suoi primi film, il discorso sulla società, partendo da “La terra trema – che è la mia interpretazione dei Malavoglia – di cui Rocco costituisce quasi il secondo episodio”.
Partendo dall’opera di Giovanni Testori, Visconti la filtra con molte, diverse suggestioni; si ispira a Giuseppe e i suoi fratelli di Thomas Mann (su cui è modellato il titolo stesso del film), e usa i caratteri dei personaggi dell’Idiota di Dostoevskij, ma anche molti elementi tratti dalla letteratura meridionalistica; oltre a Verga, Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, Contadini del Sud del poeta e scrittore lucano Rocco Scotellaro, che il regista omaggerà, dando il suo nome al protagonista. La congerie delle numerose e talvolta contraddittorie fonti letterarie trova il suo punto di fusione nel melodramma, nella predilezione di Visconti per i contrasti assoluti.
Salutato alla sua uscita come il ritorno di Visconti al neorealismo, in effetti non lo fu affatto: Rocco e i suoi fratelli è una tragedia in cinque atti, ognuno dei quali prende il nome da uno dei figli (Vincenzo, Simone, Rocco, Ciro, Luca), è l’esplorazione dei destini individuali dei cinque fratelli Parondi, dove ognuno sceglierà il proprio destino.
Protagonisti prediletti sono, ancora una volta, i vinti, ma qui vinte non sono solo le persone, è una civiltà che sta per essere annientata. Il tema della famiglia che si autodistrugge per una lotta fratricida, che sarà ampliato in La caduta degli dei e in parte era presente in La terra trema, è uno dei centri del film e Visconti si occupò prevalentemente del contrasto drammatico fra Rocco e Simone e dell’uccisione di Nadia, svelando tutto il suo talento nelle scene madri, nelle opposizioni violente, nei dialoghi serrati, in particolare quelli tra i tre protagonisti, personaggi complementari, presenze tragiche che esprimono costantemente la difficoltà di vivere al nord, in una società disumana.
Il film racconta anche, per la prima volta, della lotta tra i milanesi e i meridionali. L’Italia, osserva Visconti, è un paese diviso, i meridionali che vengono al nord non sono fratelli, ma stranieri. Come scriverà presentandolo, il film segue le sorti “d’una umanità e d’una civiltà che, mentre non hanno avuto che briciole del grande festino del cosiddetto miracolo economico italiano, attendono ancora di uscire dal chiuso di un isolamento morale e spirituale che è tuttora fondato sul pregiudizio tipicamente italiano che tiene il Mezzogiorno in condizioni di inferiorità rispetto al resto della nazione”.
La Milano che ci racconta il milanese Visconti, osservandola con gli occhi degli emigrati, è una città espressionista, inospitale, brumosa, dove le case popolari, le palestre, i parchi sono fondali teatrali, privi di umanità. Milano la città del nord, la città più progredita del paese, è la sede di conflitti sociali insanabili e soprattutto una città stregata, che cambia, in peggio, le persone.
Il campo lunghissimo finale di Luca che si allontana dai cancelli dell’Alfa Romeo e dai discorsi progressisti del fratello integrato Ciro, non sembra lasciare dubbi su cosa pensi veramente Visconti: incapsulato in un progresso privo di storia, come i grandi dipinti del rinascimento, che vediamo intrappolati nel quadrato della televisione, l’Italia e quello che resta della famiglia Parondi vanno verso un futuro privo di radici e bellezza.

Gian Luca Farinelli

Cast and Credits

Sog.: Luchino Visconti, Vasco Pratolini, Suso Cecchi d’Amico. Scen.: Luchino Visconti, Suso Cecchi d’Amico, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Enrico Medioli. F.: Giuseppe Rotunno. M.: Mario Serandrei. Scgf.: Mario Garbuglia. Mus.: Nino Rota. Int.: Alain Delon (Rocco Parondi), Annie Girardot (Nadia), Renato Salvatori (Simone Parondi), Katina Paxinou (Rosaria Parondi), Roger Hanin (Duilio Morini), Paolo Stoppa (Cerri), Suzy Delair (Luisa), Claudia Cardinale (Cinetta Giannelli), Spiros Focas (Vincenzo Parondi), Max Cartier (Ciro Parondi), Corrado Pani (Ivo), Rocco Vidolazzi (Luca Parondi). Prod.: Titanus, Films Marceau · DCP. Bn.