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25/06
Cinema Lumière - Sala Scorsese > 21:45
PRISIONEROS DE LA TIERRA
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Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
PRISIONEROS DE LA TIERRA
Scheda Film
Con l’uscita di Ombre rosse di John Ford, Via col vento di Victor Fleming, Ninotchka di Ernst Lubitsch, La regola del gioco di Jean Renoir, il 1939 fu un anno straordinario per il cinema. In Argentina il film che in assoluto sorprese maggiormente critica e pubblico fu Prisioneros de la tierra. Pochi avrebbero immaginato che il cinema argentino potesse produrre un film di tale respiro e con un punto di vista politico e sociale così potente. Per la prima volta l’industria cinematografica nazionale mise da parte l’intrattenimento popolare per affrontare i rischi di un film che denunciava lo sfruttamento dei lavoratori con un finale cupo e al tempo stesso semplice.
Prisioneros è un film originale sotto molti aspetti, a partire dalla casa di produzione, la Pampa Film, che, guidata da un imprenditore di successo, decise di realizzare un film su una questione strettamente nazionale ma di grande portata estetica; senza parlare della scelta di ingaggiare uno scrittore fino ad allora estraneo al mondo del cinema come Horacio Quiroga, le cui storie ambientate nella giungla nord-orientale descrivono la vita difficile di contadini, schiavi, donne indigene e offrono poca o nessuna speranza ai loro protagonisti. Mario Soffici, che si era formato sotto la guida di José Ferreyra, formidabile cantore della classe operaia nel cinema degli anni Venti, sottolineò l’importanza di aver raccontato questa storia ambientandola in luoghi reali, senza nulla concedere allo spettatore. Il film stabilisce da subito le sue regole: prima di andare al lavoro il protagonista, Ángel Magaña, bacia – inquadrato in primissimo piano – una prostituta. Una scena impensabile nell’America del Codice Hays, ma anche nel cinema spagnolo, italiano o tedesco, stretti nella morsa delle dittature. Allo stesso modo una lei e un lui, immagino non sposati, né con l’intenzione di farlo, passano la notte insieme senza tanti preamboli o spiegazioni. E ancora, l’eroe/antieroe viene ucciso da un semplice colpo di pistola, ma prima di morire è protagonista di una delle scene più violente, vendicative e inumane. Come osserva Jorge Luis Borges: “In altri film, sono i personaggi brutali a compiere atti brutali; in Prisioneros de la tierra è l’eroe, imprimendo alla storia una forza quasi intollerabile”. Denunciando con rigore e coraggio lo sfruttamento dei Mensù nelle terre missionarie, Prisioneros de la tierra è il più grande film argentino del suo tempo.
Andrés Levinson
Cast and Credits
Sog.: dai racconti Un peón, Los destiladores de naranja, Los desterrados e Una bofetada di Horacio Quiroga. Scen.: Ulyses Petit de Murat, Darío Quiroga. F.: Pablo Tabernero. M.: Gerardo Rinaldi, José de Nico. Mus.: Lucio Demare. Scgf.: Ralph Pappier. Int.: Ángel Magaña (Esteban Podeley), Elisa Galvé (Andrea), Francisco Petrone (Köhner), Homero Cárpena, Raúl De Lange, Roberto Fugazot. Prod.: Pampa Films. DCP. D.: 85’. Bn.
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