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26/08
Teatro Comunale di Bologna > 15:30
KOHLHIESELS TÖCHTER
Daniele Furlati
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KOHLHIESELS TÖCHTER
Scheda Film
Film invernali: nel nevoso inverno del 1919-1920 Lubitsch girò due film tratti da Shakespeare, Kohlhiesels Töchter (Lubitsch lo definì “una Bisbetica domata tra le montagne bavaresi”) e Romeo und Julia im Schnee (che trasforma la tragedia in una commedia ambientata nella Foresta Nera). Si dice che Lubitsch puntasse a unire sport invernali e lavoro. In ogni caso la stagione è essenziale all’atmosfera dei due film. Azione e comicità scaturiscono dalle temperature sottozero e culminano in grandi scivoloni in cui i corpi diventano oggetti allegramente goffi.
Hans Helmut Prinzler, Enno Patalas (a cura di), Lubitsch, Bucher, Monaco di Baviera-Lucerna 1984
La definizione di slapstick ben si adatta a questi film, film grotteschi li si chiamava allora; dello slapstick hanno infatti il ritmo e la velocità. Mai in precedenza, in nessuna delle arti, il corpo umano, anche solo come ombra, come silhouette, aveva giocato un tale ruolo; a dispetto della loro presenza fisica, in teatro gli attori erano essenzialmente degli altoparlanti. Nei film berlinesi di Lubitsch Emil Jannings campeggia imponente, figura di grande stazza come Fatty Arbuckle o Oliver Hardy. La sua sola presenza rende cinematografico Kohlhiesels Töchter. Henny Porten nei panni di ambedue le figlie, è pura gag cinematografica, e il giocare sulle apparenze è Lubitsch allo stato puro. E rimane ambiguo se sia voluto o meno il fatto che Henny Porten quando deve essere naturale, semplicemente se stessa, risulta una perfetta imbranata, mentre quando fa la parte dell’imbranata dispiega uno charme cui alla fine soggiace non solo Jannings ma anche lo spettatore. Lubitsch all’epoca realizzava spesso versioni grottesche di opere tratte dalla letteratura alta, […] ma già allora più vicine all’operetta che agli originali. Egli sceglie con cura nelle trame cui si ispira il punto che solo il film è in grado di rendere manifesto. Qui si tratta di un gioco di effetti, non più di caratteri, e nemmeno di rappresentazione in senso tradizionale. Si tratta di un nuovo humour, uno humour che anche quando l’azione si svolge in campagna e antifolcloristico.
Frieda Grafe, Ciò che tocca Lubitsch, in Luce negli occhi colori nella mente. Scritti di cinema 1961-2000, a cura di Mariann Lewinsky ed Enno Patalas, Le Mani/Cineteca di Bologna, Recco- Bologna 2002
Cast and Credits
Scen.: Hanns Kräly, Ernst Lubitsch. F.: Theodor Sparkuhl. Scgf.: Jack Winter. Int.: Henny Porten (Liesel/Gretel Kohlhiesel), Emil Jannings (Peter Xaver), Gustav von Wangenheim (Paul Seppl), Jakob Tiedtke (Mathias Kohlhiesel), Willy Prager (il commerciante). Prod.: Messter- Film GmbH. 35mm. L.: 1315 m. D.: 61’ a 19 f/s. Bn.
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