Gio
27/08
Cinema Jolly > 15:30
K.Š.E. – KOMSOMOL – ŠEF ELEKTRIFIKACII
ĖSFIR’ ŠUB
Vicina a Mejerchol’d, a Majakovskij, al LEF e a Rodčenko, Ėsfir’ Šub (1894-1959) rivendica la propria appartenenza al costruttivismo. Sviluppa una pratica e una teoria del film nonfiction distinte da quelle di Dziga Vertov: per lei, il cinema permette la rivelazione della storia del passato e del presente.
Inizia rimontando i film stranieri distribuiti negli anni della Nuova politica economica (NEP), come Il dottor Mabuse di Fritz Lang, lavoro nel quale Sergej Ėjzenštejn l’assiste per qualche giorno, e poi film di finzione sovietici: Prostitutka (La prostituta), Chryl’ja Cholopa (Le ali di un servo della gleba/ Ivan il Terribile).
Nel 1927-1928 realizza tre innovativi film di montaggio: Padenie dinastii Romanovych (La caduta della dinastia dei Romanov), Velikij Put’ (La grande strada), che va dalla rivoluzione di Febbraio a quella di Ottobre, e Rossija Nikolaja II i Lev Tolstoj (La Russia di Nicola II e Lev Tolstoj).
A Segodnja (Oggi), che mette a confronto la patria del socialismo e l’Occidente capitalista, segue il suo primo film sonoro, K.Š.Ė. – Komsomol – šef ėlektrifikacii, da lei interamente girato, in cui mostra l’industrializzazione del paese lasciando forse troppo spazio alla presenza degli ingegneri americani. Gli sviluppi successivi della sua carriera riflettono la svolta politica ed estetica degli anni Trenta. I suoi progetti, come Ženščiny (Le donne, 1933-1934), vengono respinti. Ispanija (Spagna, 1939) vale soprattutto per le riprese di guerra di Roman Karmen. Šub viene consacrata fondatrice del documentario sovietico, in spregio al lavoro di Vertov. Ma come quest’ultimo anche lei termina la sua attività professionale montando cinegiornali di guerra o documentari politici di circostanza. Suo marito, il costruttivista Aleksej Gan, viene arrestato e giustiziato nel 1942. Poco prima di morire pubblica memorie molto frammentarie, Krupnym planom (In primo piano), completate nel 1972 da Žizn’ moja – Kinematograf (La mia vita è il cinema); nessuna delle due opere è stata tradotta.
Irène Bonnaud e Bernard Eisenschitz
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
K.Š.E. – KOMSOMOL – ŠEF ELEKTRIFIKACII
Scheda Film
Un anno e mezzo dopo l’uscita di Sinfonia del Donbass (Simfonia Donbassa/Entuziazm) di Vertov, nell’autunno del 1932 Šub gira un documentario in presa diretta, K.Š.Ė. – Komsomol – šef ėlektrifikacii, per celebrare le grandi opere che segnarono la fine del primo piano quinquennale, nonché le possibilità del cinema sonoro. Monta i suoni industriali, i discorsi, la musica, le lingue e gli accenti: russo, armeno, americano, ucraino. Il Prologo, che echeggia Vertov, mostra gli strumenti del cinema durante “un momento di riprese sonore a Mosca”: il theremin, la grande macchina da presa blimpata, l’orchestra, l’immagine del suono sulla pellicola; e poi la radio, dove speaker in lingua inglese, tedesca e francese elogiano il piano quinquennale terminato in quattro anni.
In una fabbrica di lampadine di Leningrado l’operaia Kira Paramonova parla dei suoi compagni e del lavoro a catena. In una grande sala, le turbine (di produzione americana, come indicano le targhette) vengono assemblate per il cantiere di Dneprostroj. Si vedono e si sentono le macchine, gli operai a riposo e al lavoro. È reso omaggio ai tecnici americani. Attraversando un paesaggio desertico disseminato di macerie, il film arriva alla diga di Dzoraget in Armenia. Si tengono discorsi in armeno e in russo. La romanziera Marietta Šaginian (filmata in teatro di posa) elogia la diga. Gli americani si rilassano con la famiglia in riva al fiume Dnepr, ascoltando la musica su un giradischi portatile. Si passa infine all’inaugurazione della gigantesca centrale idroelettrica sul fiume Dnepr (ottobre 1932). In presenza di Kalinin e Ordžonikidze prendono la parola gli ingegneri, tra cui il colonnello Cooper, responsabile di molte dighe negli Stati Uniti. La sequenza finale in una sala macchine mostra le scintille che si sprigionano tra i collettori elettrici, una promessa di futuro.
Irène Bonnaud e Bernard Eisenschitz
Cast and Credits
Scen.: Esfir’ Šub. F.: Vladimir Solodovnikov. Mus.: Gavriil Popov. Int.: Marietta Šaginian. Prod.: Moskovskaja Fabrika Rosfil’m, Sojuzkino. 35mm. Bn.
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