Sab

29/06

Cinema Arlecchino > 16:45

Ars / Le bel indifférent

Jacques Demy
Introduce

Rosalie Varda

Info sulla
Proiezione

Sabato 29/06/2024
16:45

Sottotitoli

Versione originale con sottotitoli

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

ARS

Scheda Film

Sull’immagine della teca che custodisce il corpo di Jean-Marie Baptiste Vianney il commento ripercorre le date salienti della vita del curato d’Ars e del riconoscimento della sua santità. In seguito, mentre scorrono le immagini della campagna invernale che circonda Ars, delle strade del villaggio, della casa e della canonica, si passa alla rievocazione della vita del santo, della sua umiltà e del suo amore. In contrasto con le immagini, il commento descrive la rigorosa severità delle prediche del curato d’Ars e le violente reazioni negative dei suoi parrocchiani.
Narra poi la tentazione di fuga che spinge il curato ad abbandonare il paese, la sua vergogna di fronte alla propria codardia e il suo ritorno ad Ars, al confessionale, che non lascerà più.
Infine, mentre viene nuovamente mostrata l’immagine della teca, il commento riporta le parole di un testimone al processo di canonizzazione.

Jean Pierre Berthomé, Jacques Demy et les racines du rêve, L’Atalante, Nantes 1982

Cast and Credits

Photo © Ciné-Tamaris

Sog.: ispirato agli scritti e alle prediche del Curato d’Ars. Scen.: Jacques Demy. F.: Lucien Joulin. M.: Anne-Marie Cotret. Mus.: Elsa Barraine. Int.: Bernard Toublanc-Michel (il cattivo cristiano), Jacques Demy (voce narrante). Prod.: Jean-Pierre Chartier, Philippe Dussart per Les Productions du Parvis. DCP. D.: 17’.

LE BEL INDIFFÉRENT

Scheda Film

Il film era fatto, per così dire, sull’idea della sofferenza, come una preghiera, ed avevo l’impressione che anche il più piccolo movimento della macchina da presa avrebbe provocato una specie di frattura all’interno di questa litania. Volevo rendere questa impressione di dolcezza che si può trovare in un lancinante dolore.

Jacques Demy, “Cahiers du Cinéma”, n. 155, maggio 1964

Sfortunatamente esiste una violenta prevenzione contro la lentezza. Chi non ama Ordet dice per esempio che è un film lento. E lo dicono di Le bel indifférent. Hanno evidentemente torto, per due motivi. Primo, Le bel indifférent non è poi un film così lento. Somiglia piuttosto a quelle auto sportive costrette, data la formidabile potenza del motore, a girare in prima in città. È un film che sale in crescendo e senza crollare fino a un punto estremo di tensione, dove si immobilizza come il tachimetro di un bolide quando sfreccia a 240 all’ora. Secondo, un film non è buono o cattivo per il fatto d’essere rapido o lento. Il valore di Due soldi di speranza, per esempio, non dipende dalla sua rapidità (apparente: è un film in cui non succede nulla), ma dall’esattezza della sua rapidità. Così come il valore di Ordet non dipende dalla sua lentezza (apparente: è un film in cui avvengono un’infinità di cose) ma dall’esattezza di questa lentezza. La qualità prima del film di Jacques Demy è proprio quella di essere per prima cosa di un’esattezza straordinaria.

Jean-Luc Godard, Il cinema è il cinema, Garzanti, Milano 1981

Cast and Credits

Photo © Ciné-Tamaris

Sog.: dalla pièce omonima (1940) di Jean Cocteau. Scen.: Jacques Demy. F.: Marcel Fradétal. M.: Denise de Casabianca. Scgf.: Bernard Evein. Mus.: Maurice Jarre. Int.: Jeanne Allard (la donna), Angelo Bellini (Emile), Jacques Demy, Georges Rouquier (voci narranti). Prod.: S.N.P.C. – Société Nouvelle Pathé Cinéma. DCP. D.: 28’.