Mer

26/08

Teatro Comunale di Bologna > 11:00

ANNA BOLEYN

Ernst Lubitsch
Accompagnamento al piano di

Maud Nelissen e alla batteria di Frank Bockius

Precede una presentazione di fotografie del Fondo Davidson (Cineteca di Bologna)

Info sulla
Proiezione

Mercoledì 26/08/2020
11:00

Sottotitoli

Versione originale con sottotitoli

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

ANNA BOLEYN

Scheda Film

Intorno al 1920 Lubitsch raggiunse il primo apice della sua carriera. Si misurò con diversi generi facendo di ogni film un risultato unico e un gran successo. Girò una serie di deliziose commedie e grandi drammi in costume. Nessun regista tedesco poteva reggere il confronto con lui. Come molti drammi in costume, Anna Boleyn fu realizzato con grande profusione di mezzi, come sottolineava la pubblicità del film. Secondo la rivista “Lichtbild-Buhne”, per la scena del torneo furono usati cinquecento cavalli e quattromila comparse; per il set dell’Abbazia di Westminster furono modellate trecentottanta sculture e uno stuolo di sarte lavoro ai costumi. Il recensore di “Das Tage-Buch” fu cosi colpito da queste immense risorse che scrisse: “Con Reinhardt e con Lubitsch ho sempre l’impressione che nel teatro e nel cinema stiamo ora raccogliendo i frutti del passato militarismo. Scene di massa come queste riescono così bene solo grazie a un popolo abituato alle esercitazioni”. Oltre a esporre questa astrusa ipotesi, il critico osservava anche che il talento di Lubitsch stava non solo nella capacità di comandare masse di comparse come un generale, ma anche nella direzione degli attori nelle scene individuali. La recitazione in queste scene è infatti immancabilmente brillante. Il film, che a quanto pare era il lungometraggio più costoso mai realizzato in Germania, riunisce un cast di vaglia. Innanzitutto, ovviamente, Henny Porten nel ruolo di Anna Bolena, una donna che tenta di affermarsi in un mondo di maschi dominato dai giochi di potere e dall’egoismo, e dunque condannata a soccombere all’orgoglio ferito e al narcisismo degli uomini. La trama, inizialmente allegra, s’incupisce man mano che l’azione precipita inesorabile con un’intensità che appare ancora oggi scioccante. Malgrado siano chiaramente funzionali all’intreccio drammatico, i personaggi sono caratterizzati con un’umanità e una complessità che possono essere conseguite solo da attori d’eccezione guidati da un regista straordinario come Lubitsch. Per esempio, quando Enrico VIII (Emil Jannings), uomo di cieca violenza, versa lacrime di dolore e lutto perché non gli viene dato un erede maschio, si percepisce come Lubitsch riesca a ritrarre l’umanità in tutte le sue tragiche forme.

Karl Wratschko

 

La recensione su Cinefilia Ritrovata

Cast and Credits

Scen.: Hans Kraly, Fred Orbing [Norbert Falk]. Scgf.: Kurt Richter. F.: Theodor Sparkuhl. Int.: Henny Porten (Anna Bolena), Emil Jannings (Enrico VIII), Hedwig Pauly (regina Caterina), Hilde Muller (principessa Maria), Ludwig Hartau (conte di Norfolk), Aud Egede-Nissen (Jane Seymour), Ferdinand von Alten (Marc Smeton), Paul Hartmann (cavaliere Heinrich Norris), Maria Reisenhofer (lady Rochford), Adolf Klein (cardinale Wolsey). Prod.: Messter-Film GmbH, Projektions-AG Union. 35mm. L.: 2690 m. D.: 118’ a 20 f/s. Col. (a partire da una copia nitrato imbibita e virata).

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