Parigi, estate 1961

A partire da rue de Rivoli, quartiere commerciale sulla rive droite (la riva destra) fino ad arrivare all’ospedale Pitié-Salpêtrière sulla “rive gauche” (riva sinistra) Cléo compie un tragitto circolare in 48 tappe attraverso le strade della Parigi del 1961.

Attenta a rispettare la topografia e a mantenere un approccio documentaristico (l’immagine qui a fianco è stratta dal sito Psychogeographic Review), Agnès Varda ha scelto di filmare luoghi significativi ella vita parigina restituendone la verità sociologica e la dimensione sonora. Il décor non rimane neutro ma, al contrario, entra costantemente in relazione con la protagonista e con la sua realtà interiore, il suo stato d’animo.

Questa forte relazione con il paesaggio urbano fa di Cléo una sorta di documentario sulla città in quel determinato periodo storico.

Il café, luogo molto apprezzato e immortalato da tutti i cineasti della Nouvelle Vague, è uno degli ambienti prediletti dalla macchina da presa di Varda.

La strada con i marciapiedi brulicanti di persone è il luogo in cui dapprima Cléo verifica la propria capacità di seduzione attraverso gli sguardi dei passanti, e dove in seguito metterà alla prova il suo stesso sguardo, osservando finalmente ciò che la circonda.

Il tragitto in taxi svela una Parigi trafficata, persino caotica, dalla quale la ragazza si isola, prende le distanze, rifugiandosi nella bolla protettiva costituita dall’abitacolo dell’automobile.

Solo all’arrivo presso il parco Montsouris, Cléo è finalmente pronta ad incontrare un’altra persona, a condividere del tempo con lui, con Antoine, il soldato in congedo che, come lei, attende con rassegnazione l’arrivo dell’ora in cui dovrà ripartire, poiché impegnato nella guerra d’Algeria.


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