IL GIAPPONE PARLA! PRIMI SONORI DEL SOL LEVANTE
Il Giappone mosse i primi passi verso il sonoro nei primi anni del periodo Showa (1926-1989), proprio quando il cinema muto nazionale raggiungeva nuove vette stilistiche. Se in Occidente il passaggio al sonoro fu brusco e di fatto compiuto già attorno al 1930, in Giappone si protrasse per circa un decennio, tanto che i film sonori non costituirono la maggioranza della produzione nazionale fino al 1935. Questa retrospettiva, la cui seconda parte verrà presentata nel 2013, si concentra sul periodo di transizione per mostrare come il cinema giapponese abbia gradualmente adottato le tecniche del sonoro e sfruttato le sue potenzialità.
Per l’industria cinematografica giapponese l’arrivo del sonoro fu a un tempo una traumatica rottura col passato e una nuova opportunità. I film sonori furono bene accolti sia da una parte ampia e autorevole dell’industria sia da molti critici e spettatori, ma la loro vera diffusione avvenne insolitamente tardi rispetto ad altri paesi. Le ragioni erano prevalentemente economiche e strutturali. Diversamente dagli americani, gli studios giapponesi non disponevano di sufficienti risorse finanziarie per compiere una rapida transizione al sonoro, e la diffusione del nuovo mezzo fu anche ritardata dalla mancanza di sedi adeguate, soprattutto nelle aree rurali in cui le sale attrezzate per il sonoro erano poche. La conversione fu ritardata anche da una tradizione tutta giapponese: i benshi, commentatori e narratori pubblici dei film muti, che negli anni Trenta erano diventati una vera istituzione e formavano un potente gruppo d’interesse. Nel 1932 i benshi organizzarono una serie di scioperi per protestare contro i cinema che proiettavano film occidentali e un crescente numero di film sonori giapponesi.
Si spiega così il prolungato periodo di transizione in cui si mescolarono muti e sonori, oltre a film parzialmente sonori o altre forme ibride. Se i maggiori studios furono inizialmente cauti, compagnie più piccole come Mina Talkie, Tojo Eastphone e successivamente P.C.L. (Photo Chemical Laboratory) e Studio J.O. vennero fondate appositamente per produrre film parlati. L’importanza della Mina Talkie, prima compagnia giapponese a puntare sulla produzione di film sonori, viene messa in luce in questa retrospettiva grazie alla proiezione del più antico film sonoro giapponese a noi noto, Seiyukai sosai Tanaka giichi-shi enzetsu (Il discorso del Primo Ministro Tanaka), che riprende un discorso elettorale dell’allora Primo ministro. La Mina Talkie coprodusse poi Fujiwara Yoshie no furusato (Paese natale) di Kenji Mizoguchi, un film fondato sui presupposti teorici e sui contributi pratici di Iwao Mori, sceneggiatore, critico cinematografico e giornalista che esercitò una profonda influenza sulle prime fasi del sonoro e divenne in seguito produttore capo alla P.C.L. (la futura Toho).
Oltre a questi e ad altri fondamentali film parlati, il programma contiene esempi di muti ridistribuiti all’epoca del sonoro con commenti benshi pre-registrati (conosciuti come Katsuben Talkies), mostrando come l’influenza del sonoro si insinuò anche nei film muti che continuarono a essere prodotti durante tutti gli anni Trenta.
(Alexander Jacoby e Johan Nordström)
Programma a cura di Alexander Jacoby e Johan Nordstrom
In coproduzione con National Film Center – The National Museum of Modern Art, Tokyo