Il cinema più grande della vita (quinta parte)
La nostra sezione dedicata al CinemaScope, giunta ormai alla sua quinta edizione, sembra riscuotere ogni anno sempre più successo, anche grazie alla sensazione di poter fruire di un momento di cinema molto prezioso e sempre più distante dalla nostra vita quotidiana. Nonostante le difficoltà legate al reperimento delle migliori copie originali d’epoca – quelle con un formato di 2,55:1 -, siamo ancora una volta in grado di offrire emozioni straordinarie grazie alla collaborazione degli archivi nostri partner e agli eccezionali restauri da loro realizzati. La reazione originaria conteneva un enigma: i primissimi film in CinemaScope, nonostante il loro scarso interesse dal punto di vista narrativo, risultavano comunque interessanti e affascinanti. Così, secondo Jacques Rivette, perfino un film imperfetto come The Robe “riesce a riassumere un certo stile” e comporta una prospettiva autentica: “se determinate immagini documentarie sono superiori, è perché fa parte della logica delle cose che l’abilità della macchina si manifesti prima di quella del creatore”. Secondo Eric Rohmer, il CinemaScope rappresentava la vera avanguardia dell’epoca. I primi film della nostra sezione, film magistrali di “artigiani” come John Sturges (Bad Day at Black Rock) e Henry Hathaway (Prince Valiant), testimoniano come il CinemaScope abbia mantenuto le sue promesse. Seguono poi grandi maestri della forma: It’s Always Fair Weather di Gene Kelly e Stanley Donen, House of Bamboo di Samuel Fuller, Ride Lonesome di Budd Boetticher. E con Anthony Mann e il suo Man of the West siamo ai vertici dell’Olimpo… La nostra sala è il bellissimo cinema Arlecchino – un cinema originariamente progettato per il CinemaScope e “altri materiali più spettacolari”. Una pietra miliare del CinemaScope – ora restaurato nella sua versione originale francese dalla Cinémathèque Française – verrà presentato in Piazza Maggiore. Lola Montès, il capolavoro finale di Max Ophuls, originariamente “film maudit” difeso dai grandi colleghi del mondo del cinema, è oggi semplicemente un miracolo che ci ripropone la propria filosofia della storia e le proprie riflessioni sulla cultura attraverso una straordinaria sensibilità europea per il grande formato.
Peter von Bagh