Il secolo del cinema: 1901

A cura di Karl Wratschko e Mariann Lewinsky

Il miracolo del cinema si ripete. Saliamo, bagaglio alla mano, sulla macchina del tempo per ammirare ciò che gli spettatori bolognesi di centoventi anni fa videro al Reale Cinematografo Lumière di Via Rizzoli 13. Tante altre sorprese ci riserva il cinema del 1901. Il fascino inesauribile della realtà fissata su pellicola dalle vedute dei fratelli Lumière o della Mutoscope & Biograph, che allora fecero il giro del mondo, o nei film della Mitchell & Kenyon legati al più circoscritto contesto inglese. La dirompente irrealtà di trucchi mirabolanti che aprono nuove prospettive all’arte della magia.  Il principio di piacere prende forma d’intuizione scientifica negli sketch comici riguardo a ‘quel che c’è nella mente di un uomo’, più o meno nello stesso periodo in cui Freud pubblicava a Vienna le sue teorie sull’inconscio svelato dai sogni, dai lapsus e dai motti di spirito. Alcuni pionieri britannici come R.W. Paul e James Williamson muovono i primi passi verso film sofisticati, mentre il francese Ferdinand Zecca, appena entrato nella scuderia Pathé, inaugura un nuovo genere destinato a spazzare via il cinema fatto fino a quel momento: il dramma. Nel 1901 il cinema mostra una grande spinta verso il superamento dell’intrattenimento: come dimostrano i singolari documentari sulla vita nella Cina meridionale realizzati dal diplomatico francese Auguste François, con una macchina da presa fornitagli da Léon Gaumont.
A cura di Karl Wratschko e Mariann Lewinsky

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