Dom

30/08

Cinema Jolly > 15:30

ZOLUŠKA

Nadežda Koševerova, Mihail Šapiro

NADEŽDA KOŠEVEROVA
La pietroburghese Nadežda Nikolaevna Koševerova (1902-1989), inizialmente attrice teatrale, alla fine degli anni Venti si orienta verso il cinema. Studia con i fondatori della FEKS (Fabbrica dell’attore eccentrico) Kozincev e Trauberg, da cui sarà inseparabile sin da La nuova Babilonia. Dopo averli assistiti nella Trilogia di Maksim (1935- 1938), passa alla regia alla Lenfil’m. Il suo secondo film, Arinka, commedia sulla vita quotidiana in campagna (un macchinista innamorato della figlia di un ferroviere, con canzoni e l’immancabile sabotatore), ha un grande successo: 22,9 milioni di spettatori, terzo incasso del 1940. Quello stesso anno viene vietato il suo mediometraggio Galja. Strana storia di un’adolescente che in assenza del padre, richiamato durante la guerra contro la Finlandia, termina la statua eroica da lui iniziata suscitando la perplessità dei responsabili culturali, il film non è apprezzato da quegli stessi responsabili. Vi si osserva già il rapporto padre-figlia che ritornerà nella sua opera, nonché il suo stile pittorico: i paesaggi leningradesi sembrano miniature. Nel 1944 avvia una collaborazione con il regista Michail Šapiro filmando l’opera di Čajkovskij Čerevički (Gli stivaletti), tratta da un racconto di Gogol’. Il suo gusto per il fantastico matura in Zoluška, che attira 18,3 milioni di spettatori nel 1947. Dopo questo film lo sceneggiatore e drammaturgo Evgenij Švarc scrive per Koševerova e Šapiro una sceneggiatura, Dva druga (Due amici), che potranno girare solo nel 1963 con il titolo Kain XVIII (Caino XVIII). Nel 1971 Koševerova adatta anche la pièce di Švarc Ten’ (L’ombra), vietata nel 1940.
Fino al 1987, la regista gira regolarmente, soprattutto film per bambini e film musicali, commedie, fiabe (Oslinaja škura, Pelle d’asino, 1982), lavorando in tre occasioni con lo sceneggiatore di Vicino al mare più azzurro Klimentij Minc, proveniente dal gruppo sperimentale OBėRIu, e ritrovando a volte attori di Zoluška come Faina Ranevskaja (Ostorožno, babuška!, Attenzione, nonna!, 1960) o Ėrast Garin (Kain XVIII).

Irène Bonnaud e Bernard Eisenschitz

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Proiezione

Domenica 30/08/2020
15:30

Sottotitoli

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ZOLUŠKA

Scheda Film

Al ritorno dalla guerra in una Leningrado devastata, Nadežda Koševerova gira una fiaba. Con Zoluška volta le spalle alla realtà e adotta un punto di vista risolutamente estetizzante. Fedele alle persone e alle idee, si circonda di amici. Il regista teatrale Nikolaj Akimov (1901-1968), autore delle scenografie, è il suo primo marito (Koševerova filmerà nel 1953 la sua messa in scena di Teni (Ombre, di Saltykov-Ščedrin), e lavora da vent’anni con il drammaturgo e scrittore satirico Evgenij Švarc (1896- 1958), autore della sceneggiatura. L’umorismo al vetriolo di Švarc, autore di drammi in cui si intrecciano elementi fiabeschi e specialista delle allusioni alla contemporaneità (in questo caso l’importanza di avere delle conoscenze), gli ha valso molti divieti. Non corre questo rischio in Zoluška, ma anziché rendere la fiaba ideologicamente conforme – come fa Aleksandr Ptuško – si inventa battute che rallegreranno a lungo il pubblico sovietico.
Diversamente da Kamennyj cvetok (Il fiore di pietra), girato da Ptuško in Sovcolor a Mosca l’anno prima, a Leningrado Zoluška deve essere realizzato in bianco e nero. Ma gli schizzi a colori di Nikolaj Akimov si sono conservati (molti sono stati pubblicati, a colori, nel libro di Peter Bagrov, Zoluška, žiteli skazočnogo korolevstvo, ZAO, Mosca 2011), e comunicano una forte volontà di creare un mondo sintetico evocando le miniature, i libri illustrati e le scenografie teatrali di fine Ottocento.
Koševerova è affiancata alla regia dal leningradese Michail Šapiro (1908- 1971): è la seconda delle loro tre collaborazioni. Ma soprattutto si batte per imporre nel ruolo principale, malgrado l’età, Janina Žejmo (1909-1987), uno dei prodotti migliori della FEKS (Švarc aveva creato per lei un personaggio comico, Lenočka, in due cortometraggi di Antonina Kudrjavceva): “Abbiamo bisogno” dichiara Koševerova “non di una sessualità fiorente come strumento di successo nella vita, ma di gentilezza, di spontaneità e d’innocenza infantile. E nessuno può incarnarle meglio di Janina Žejmo. Anche a trentasette anni”. La affiancano attori entusiasti, Ėrast Garin e Faina Ranevskaja. L’unione di talenti fa del film un successo immediato e longevo, al punto che nel 2009 si è ritenuto opportuno colorizzarlo.

Irène Bonnaud e Bernard Eisenschitz

Cast and Credits

Sog.: dalla fiaba omonima di Charles Perrault. Scen.: Evgenij Švarc. F.: Evgenij Šapiro. M.: Valentina Mironova. Scgf.: Nikolaj Akimov. Mus.: Antonio Spadavekkia. Int.: Janina Žejmo (Zoluska), Aleksej Konsovskij (il principe), Ėrast Garin (il re), Faina Ranevskaja (la matrigna), Vasilij Merkur’ev (forestale), Aleksandr Rumnev (Pas-de-trois), Varvara Mjasnikova (fata), Igor’ Klimenkov (paggio). Prod.: Lenfil’m. 35mm. Bn.