Questo divertente titolo è uno dei più famosi girati da Kawashima alla Shochiku. Racconta le esperienze di un medico di quartiere, la cui predilezione per il tonkatsu (popolare pietanza giapponese simile alla cotoletta alla milanese) gli è valsa l’affettuoso soprannome di ‘principe della cotoletta’ (il significato letterale del titolo giapponese del film) tra gli inquilini del condominio in cui vive. Il futuro del caseggiato è minacciato dal progetto di ampliamento di un vicino ospedale, diretto da una dottoressa. Il nagayamono (termine generico che fa riferimento all’ambientazione in un quartiere popolare) era un pezzo forte del jidai-geki (film storico) prebellico, esemplificato da classici quali Umanità e palloni di carta (Ninjo kamifusen, 1937) di Sadao Yamanaka. Come osservò il recensore di “Kinema Junpo”, che esprimeva un giudizio complessivamente piuttosto critico sull’opera, il film di Kawashima è di fatto un jidai-geki nagayamono trasferito in un’ambientazione gendai-geki (contemporanea). Il caseggiato permette a Kawashima di esplorare la fragile situazione sociale ed economica del primo dopoguerra. Lo stesso Kawashima osservò che “questo film sin dall’inizio fu un po’ diverso” e ammise che la storia aveva relativamente poco a che fare con il tonkatsu. Pur liquidandolo con la solita eccessiva modestia definendolo “un semplice melodramma”, sottolineò la vitalità delle interpretazioni di Shuji Sano, Keiko Tsushima, Rieko Sumi e altri, osservando che “questi nomi illustri della Shochiku avevano dato prova di una meravigliosa vitalità”. Shuji Sano, fresco delle collaborazioni Tonkatsu Taisho con Yasujiro Ozu e Keisuke Kinoshita, stava allora rilanciando la propria carriera dopo essere stato un idolo delle folle negli anni precedenti la Seconda guerra mondiale.

Alexander Jacoby e Johan Nordström

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