Sab

29/06

Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 16:15

The Second Hundred Years / The Battle of the Century

Accompagnamento al piano di

Daniele Furlati

Info sulla
Proiezione

Sabato 29/06/2024
16:15

Sottotitoli

Versione originale con sottotitoli

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

THE SECOND HUNDRED YEARS

Scheda Film

La prima uscita in cui vengono ufficialmente presentati al pubblico come Laurel & Hardy prova quanto il duo sia la vera forza creativa dei loro film. Se a tenere insieme la trama ci pensa la regia di Fred Guiol, sta alla coppia di comici cogliere ogni singola occasione per costruire un crescendo progressivo di gag. In The Second Hundred Years è il cambio d’abito a dettare il corso degli eventi. Si inizia con un inedito look da galeotti, un taglio cortissimo che si porteranno dietro anche per il successivo cameo in Call of the Cuckoo (Una famiglia di matti), con protagonista Max Davidson. Basterà rivoltare le divise per fingersi imbianchini, o appropriarsi di due completi eleganti per diventare improbabili funzionari francesi pronti a giocare con i più facili stereotipi (coadiuvati dal fido James Finlayson). Nel cuore del delirio organizzato la sequenza in cui cercano di costruirsi una credibilità dipingendo di bianco l’intera città, con interventi socialmente problematici – dentro e fuori dalla diegesi – goffamente mascherati da equivoci.

Alessandro Criscitiello

Cast and Credits

T. it.: I due galeotti. F.: George Stevens. M.: Richard Currier. Int.: Stan Laurel (Little Goofy), Oliver Hardy (Big Goofy), James Finlayson (governatore Browne Van Dyke), Tiny Sandford (guardia), Frank Brownlee (direttore della prigione), Charlie Hall (detenuto). Prod.: Hal Roach per Hal Roach Studios. DCP. D.: 22’. Bn.

THE BATTLE OF THE CENTURY

Scheda Film

Credo che i film sul pugilato, comici o non comici, siano tutti belli. Data la premessa, la prima parte di The Battle of the Century funziona per predestinazione. Stan, messo sul ring ad affrontare un prevedibile schiacciasassi, si rivela ottimo incassatore, a modo suo: becca una randellata e si rifugia nel mondo dei sogni. La seconda parte predispone un altro ring (una strada urbana vivacemente frequentata) e allarga il combattimento a una comunità che via via si arricchisce di un numero crescente di partecipanti, tutti calamitati dall’implacabile necessità del caos. L’arma? Le torte in faccia. All’epoca l’espediente sembrava già trito. L’idea fu quella di gonfiarlo fino al parossismo, per arrivare al “pie picture to end all pie pictures”. Non è chiaro chi le abbia contate, ma si tramanda che sul set girassero qualcosa come quattromila torte. Circa il risultato, Henri Miller non ha dubbi: “Capolavoro”. Per gli amanti delle notarelle: lo spunto pugilistico pare ispirato all’incontro tra Gene Tunney e Jack Dempsey del 22 settembre 1927, passato alla storia come “The Battle of the Long Count”. Tunney finì al tappeto, Dempsey bighellonò nei paraggi invece di starsene zitto e buono in un angolo, l’arbitro cominciò il conteggio con notevole ritardo, Tunney si rialzò e riportò a casa la cintura di campione.

Andrea Meneghelli

Cast and Credits

F.: George Stevens. M.: Richard Currier. Int.: Stan Laurel (Canvasback Clump), Oliver Hardy (il manager), Noah Young (Thunderclap Callahan), Eugene Pallette (assicuratore), Gene Morgan (speaker), Sam Lufkin (arbitro). Prod.: Hal Roach per Hal Roach Studios. DCP. D.: 18’. Bn.