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28/06
Cinema Jolly > 10:30
THE POWER AND THE GLORY
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THE POWER AND THE GLORY
Scheda Film
I meriti di The Power and the Glory vengono solitamente attribuiti al suo celebre sceneggiatore, Preston Sturges, che per questa storia di ascesa e caduta di un magnate americano si ispirò alla vita di C.W. Post, il re dei corn flakes con cui era stato brevemente imparentato per matrimonio. Tuttavia la struttura che si articola in audaci flashback – il che eserciterà un’indubbia influenza su Orson Welles – ha vari precedenti nella produzione di Howard sin da Deserted at the Altar del 1922.
Non va poi dimenticato che nella tenera sollecitudine nei confronti dei personaggi imperfetti o feriti, nella malinconia per la felicità irrimediabilmente perduta in un presente fatto di paura e di rimpianto, e soprattutto nell’insistenza sulla pietà e il perdono quali supremi valori umani, The Power and the Glory è perfettamente coerente con la profonda, quasi dolorosa sensibilità che pervade l’intera opera di Howard.
Quello del magnate delle ferrovie Tom Garner è il primo ruolo a rivelare Spencer Tracy in tutta la sua completezza e versatilità d’attore; nei panni della moglie, la grande attrice comica del muto Colleen Moore trova un’inaspettata intensità drammatica in uno dei suoi ultimi ruoli da protagonista. La fotografia, prodiga di effetti di profondità di campo, è ancora una volta opera di James Wong Howe.
Posto che il cosiddetto narratage adottato nel film The Power and the Glory, attualmente proiettato al Gaiety, è interessante per la sua originalità e decisamente appropriato per questa particolare storia, c’è da chiedersi se si rivelerà altrettanto efficace in altre produzioni, con l’eccezione forse, come ha osservato un rappresentante degli studios, dei film a carattere biografico. Sicuramente non rivoluzionerà la tecnica cinematografica più di quanto abbia fatto Strano interludio di Eugene O’Neill con i suoi ‘a parte’.
Questa critica, tuttavia, nulla toglie all’eccellenza di The Power and the Glory, giacché il produttore Jesse L. Lasky ha saputo rendere il film decisamente avvincente e appassionante. Il metodo originale con cui viene sviluppata la trama accentua il valore di questa produzione donandole forza e salvando la storia da ogni possibile svolta banale o stereotipata che avrebbe potuto facilmente verificarsi in un dramma di questo tipo qualora fosse stato girato in maniera convenzionale. Permette inoltre di mettere in scena vicende contrastanti, cosa che non sarebbe stata possibile in una narrazione cronologica. Ci congratuliamo dunque con il signor Lasky per la sua audacia nel sostenere una simile idea, perché tutte le novità sono le benvenute anche se non sono destinate a cambiare il generale modo di procedere degli studi cinematografici.
Mordaunt Hall, “The New York Times”, 27 agosto 1933
Cast and Credits
Sog., Scen.: Preston Sturges. F.: James Wong Howe. M.: Paul Weatherwax. Scgf.: Max Parker. Int.: Spencer Tracy (Tom Garner), Colleen Moore (Sally Garner), Ralph Morgan (Henry), Helen Vinson (Eve Borden), Clifford Jones (Tom Garner Jr.), Henry Kolker (signor Borden), Sarah Padden (la moglie di Henry), J. Farrell MacDonald (Mulligan). Prod.: Jesse L. Lasky per Fox Film Corp. DCP 4K. D.: 80′
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