Gio
27/06
Cinema Lumière - Sala Scorsese > 09:00
LES LÈVRES ROUGES
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Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
LES LÈVRES ROUGES
Scheda Film
La Vampira, o il fascino concreto della borghesia. Degno scenario della scuola belga del bizzarro, il freddo lungomare di Ostenda fa da sfondo a un gioco di seduzione soprannaturale. L’hôtel des Thermes, dove si svolge gran parte di questa storia di vampiri, traspone i tradizionali castelli gotici in un imponente edificio degli anni Trenta di stile neoclassico con richiami ai quadri di Paul Delvaux, da cui sembra essere appena uscito il personaggio di Delphine Seyrig. Figura centrale e spettrale del film, Delphine Seyrig accetta di lavorare per Kümel grazie ad Alain Resnais, suo compagno di allora, che l’aveva diretta in un altro ruolo fantasmatico, completamente diverso, in L’anno scorso a Marienbad. In Les Lèvres rouges, che sulla carta doveva essere un semplice film erotico e cruento, Seyrig incarna l’essenza di una certa immagine vampiresca: la donna di potere, misteriosa, irraggiungibile e senza tempo. Vampira, borghese: è colei che si nutre degli altri per poi disfarsene, che accende i desideri più oscuri come metafora di un dominio sociale e sessuale in cui esercita il suo potere di fascinazione su uomini e donne. Il lesbismo è un tema intrinseco alla vampira, perché rappresenta un ulteriore elemento proibito (l’attrazione per il mostro, per una classe sociale superiore e infine per le donne) ed è una fantasia tipica del cinema erotico. La contessa Elisabeth Báthory interpretata da Seyrig è lontana dalla figura storica cui si ispira, l’aristocratica ungherese che – narra la leggenda – faceva il bagno nel sangue di vergine per non invecchiare. Siamo più vicini a Duras che ai film della Hammer: qui la vampira è una figura borghese e decadente che si muove in un ambiente grigio e malinconico, labbra rosse e vestito d’argento di un tempo che fu, resa scintillante da un onnipresente filtro stella. Ma è soprattutto la sua voce a restare impressa. Una voce profonda e stanca, un po’ strascicata, come un incantesimo lanciato sui giovani amanti per ammaliarli, perfino quando racconta di sordidi omicidi. Anche a decenni di distanza dagli anni Settanta, come uno spettro o un vampiro impresso su pellicola, conserva tutto il suo fascino: quella voce seducente è la carne di Delphine Seyrig quasi quanto l’attrice stessa.
Juliette Armantier
Cast and Credits
Scen.: Pierre Drouot, Jean Ferry, Harry Kümel. F.: Edward Van den Enden. M.: Gust Verschueren. Scgf.: Françoise Hardy. Mus.: François de Roubaix. Int.: Delphine Seyrig (la contessa Báthory), Danielle Ouimet (Valérie), John Karlen (Stefan), Fons Rademakers (la madre), Andrea Rau (Ilona Harczy), Paul Esser (il receptionist), Georges Jamin (poliziotto in pensione), Joris Collet (il direttore dell’hotel). Prod.: Paul Collet, Henry Lange per Showking Films, Maya Films, Roxy Film, Cine Vog Films. DCP. Col.
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